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Gomorra: la realtà e la fantasia

Morto Cosimo Di Lauro, molti hanno pensato a Genny Savastano di Gomorra, personaggio che si è ispirato al noto boss. Ma erano davvero così simili?

Cosimo Di Lauro, figlio del “re” Paolo Di Lauro (Ciruzzo ‘o milionario) che ha governato la malavita organizzata negli ultimi venti anni, era detto infatti dai giornalisti “il principe reggente”, primo figlio di dieci figli maschi, nato l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione, l’erede predestinato.

Cosimo ha vissuto da ribelle, ribaltando completamente le “regole” che aveva stabilito il padre: Ciruzzo si mostrava il meno possibile, agiva di nascosto, evitava gli scontri, i boss del clan erano liberi imprenditori in Libero Stato, aveva piena fiducia nel suo braccio destro ma si fidava poco del suo primo figlio.

Cosimo soffre tutta la vita per questa mancanza, violento, impulsivo, senza alcuna strategia, usa il pretesto dell’idea maturata con i suoi amici dell’insurrezione giovanile e cambia le leggi dettate dal padre: i boss diventano tutti suoi dipendenti, si proclama capo assoluto del clan senza possibilità di decisione da parte di nessun altro.

Cominciano le guerra di camorra con molteplici omicidi, le scissioni in Spagna: gli alleati di Paola Di Lauro si sono ribellati contro suo figlio, ma essendo suo figlio, appunto, finge di aver approvato le sue azioni altrimenti perderebbe il suo stesso potere.

Cosimo, che non era mai stato il preferito dei suoi genitori, aveva cercato di prendere le qualità migliori dei suoi fratelli e farle proprie, pur di essere riconosciuto come capo assoluto, in realtà non aveva ottenuto niente di quello che aveva desiderato: ha creato solo terrore quando era vivo, combattendo per il proprio feudo con le lame.

Rimane da solo in carcere, voleva pentirsi, ma non vuole deludere, ancora una volta, le aspettative della sua famiglia. Muore “proteggendo” tutte le informazioni che conosceva riguardo la politica, il potere giudiziario, la corruzione e la malavita dei tre anni in cui era stato a capo dell’organizzazione.

Gennaro Savastano, figlio di Pietro, è stato un personaggio che è cambiato nel corso delle stagioni. Sicuramente la parte più simile a Cosimo è quella della prima stagione, anche perché quelle successive sono di pura fantasia.

Gomorra inizia con Pietro al potere, dopo poco viene arrestato. In quel periodo sia lui che la moglie cercano di far capire al figlio che deve “rinforzare il carattere” perché sarà lui l’erede al trono.

Genny è irrazionale, la sua vita è fatta di corse in moto e serate con gli amici, non bada ai posti di blocco e alle strategie del padre. Sa di essere il predestinato e quindi si crede intoccabile nei confronti degli altri clan ma non ha il carattere e la determinazione che gli permettono di essere il capo, fondamentalmente è un debole e questo lo sanno tutti, soprattutto gli alleati del padre che guardano a lui solamente come un “ragazzotto” e non come un “principe”.

Sappiamo poi che viene mandato in Honduras e torna completamente trasformato. Continua ad essere ribelle, continua ad avercela con i genitori per aver subito quel torto, l’allontanamento, ma finalmente è forgiato per poter mandare avanti l’eredità di Pietro. Da lì è tutta fantasia.

Alla fine cosa succede? Muoiono entrambi soli. Chi dopo 17 anni di carcere, chi dopo 5 stagioni di telefilm. Ma la morale non cambia. Il vuoto creato attorno è lo stesso.

Lucia Russo

Fonte copertina da Canva

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Lucia Russo

Lucia. Amante della luce per destino: nomen omen. Tuttavia crede che per arrivare a quella luce ci sia bisogno del caos e della contraddizione, scrutarsi dentro, accettarsi e avere una profonda fiducia in sé stessi. Il rimedio a tutto il resto: una buona porzione di parmigiana di melanzane.
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