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E tu quale personaggio transmediale vuoi essere?

Avete mai pensato a Maria De Filippi e a Capitan America insieme? No? Benissimo, allora siete pronti.

Sapete da cosa siamo circondati? Da inquinamento ed ingiustizie, certamente; ma soprattutto da storie, testi e passioni che ci spingono ad andare avanti.

Ad oggi il modello che ci influenza maggiormente è quello della narrazione transmediale e raccontare una storia in questi termini significa spingerla da un dispositivo all’altro. Lo vediamo di continuo.

Harry Potter balza dai libri ai film, dai film ai videogames, dalla console agli accessori e ai gadget e prima ancora anche Barbie ci ha insegnato che possiamo incollare gli occhi ai fumetti mensili e allo schermo che riproduce La Principessa e la Povera o Barbie Lago dei cigni.

E allora cosa accomuna questi esempi?
Il transmedia storytelling, cioè la creazione di storie in maniera trasversale, sfruttando gli sviluppi del progresso tecnologico. Il testo è capace di superare i limiti del singolo medium che li divulga per prediligere la multicanalità. Ognuna delle piattaforme che va a rompere con la tradizione, partecipa con tutte le sue capacità al diramarsi della storia senza però renderla ridondante, ma apportando sempre un nuovo punto di accesso alla storyline e offrendo nuovi punti di vista o dettagli.

In questo modo chi decide di avvicinarsi ad un prodotto culturale può scegliere secondo le proprie inclinazioni da quale porta entrare, non esiste più la gerarchia del sapere secondo la quale la forma scritta dovrebbe godere di un posto privilegiato a discapito di altre performances.
Addirittura i videogames, pur dopo tanti rimproveri, sono attualmente una chiave di lettura sempre più valida.

A garantire il successo della transmedialità ci sono due pilastri fondamentali: i mondi costruiti e i personaggi. I mondi narrativi ci regalano sempre delle caratteristiche tipiche, che consentono di riconoscerne le particolarità, pur passando da una forma all’altra.
Ad esempio il mondo di Arda in cui sono ambientati i testi di Tolkien, vengono poi approfonditi non con mappe, cronologie, glossari e creando una vera e propria storia mitologica del mondo stesso.

I personaggi invece sono uno degli aspetti fondamentali del mondo narrativo stesso. Il legame tra il pubblico e il contenuto è tutto nel personaggio al quale ci si affeziona, per cui un personaggio ben costruito ed adeguatamente sviluppato è tutto ciò a cui il fruitore si attacca.

L’immedesimazione del fruitore con il personaggio del cuore è la chiave per la buona riuscita del racconto, seguendone le vicende si può decidere di illuminare o tralasciare alcuni punti del mondo narrativo.
Si può definire il personaggio transmediale come un eroe la cui storia è raccontata su tanti media diversi che complessivamente contribuiscono a creare un’immagine mentale ben definita nell’immaginario del lettore.
Questi infatti sono i casi non solo dell’attualissimo universo Star Wars con Luke Skywalker; ma anche del più “anziano” D’Artagnan di Dumas. O ancora se ci avviciniamo al colosso Disney notiamo che non mancano richiami tra una storia e l’altra e talvolta ci sono relazioni parentali fino a quel momento sconosciute, ma i personaggi funzionano, da un media all’altro continuano ad attirarci.

Se pensiamo poi alla Marvel abbiamo una continuità enorme di personaggi come I Fantastici Quattro, Capitan America, Spider-Man e tutti gli altri amici supereroi, riscontriamo che ciascuno di questi si impone come personaggio transmediale.

Ma cosa accade se usciamo dall’ambito fumettistico ed accendiamo la tv?
Accade che spesso, purtroppo più spesso di quanto vorremmo, troviamo sullo schermo le stesse facce in salse diverse. Il principio della transmedialità dei personaggi, infatti, è applicabile anche al celebrity system ed è per questo che possiamo trovare un filo conduttore che conduca Maria De Filippi da Amici a C’è Posta per Te, fino a Uomini e Donne.

Il successo e il senso di appartenenza che generando mondi e personaggi sono la base su cui poggia l’industria del franchise, la quale a sua volta commercializza gadget e merchandising. Infatti più un personaggio ed un mondo creano engagment, più si rafforza la proliferazione su piattaforme sempre più interattive e capaci di creare community, fandom che si impegnano a divulgare spontaneamente il contenuto che li affascina.

Tutta questa diffusione  ci rende sì tanto felici e collezionisti, ma soprattutto consumatori accaniti e dal cuore tenero.

Alessandra De Paola 
Fonte copertina: collage da Canva creato dalla redattrice.

Vedi anche: Quante facce di Pippo ricordi?

Alessandra De Paola

Ciao! Mi chiamo Alessandra De Paola e sono nata il 25 gennaio 1996, sono dell'Acquario e vi risparmio la fatica di fare calcoli: ho 24 anni mentre vi scrivo. Studio Lettere Moderne e sono redattrice per la Testata Magazine, mi piace indagare vari aspetti della vita così da trovare le mie inclinazioni. Ne ho contate 62, nessuna legata a quella precedente.
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