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“Luce Oltre Mare è un giuramento”: Francesca Scotto di Carlo e la sua nuova storia

“Luce Oltre Mare” è un’opera miscellanea che nasce dalla collaborazione di cinque donne: cinque voci diverse che si fondono in un racconto delicato, che accarezza l’anima con dolcezza.

Tra le storie di Francesca Scotto di Carlo, le poesie di Nadia Regina e le prose di Duilia Giada Guarino si insinuano le tele di Elisabetta Biondi e gli scatti di Giorgia D’Emilio. E l’introduzione di Marcello Affuso tiene unito questo insieme solo all’apparenza caotico.

Il risultato è un’esperienza in cui perfettamente si combinano luci e ombre, pace interiore e sofferenza, vita e morte.

Il libro, già prenotabile online, sarà disponibile nelle librerie da sabato 18 dicembre. Nel frattempo, ho fatto una chiacchierata con una delle autrici, Francesca Scotto di Carlo, che abbiamo il piacere di conoscere come nostra redattrice. 

Francesca, cos’è per te “Luce Oltre Mare”?

«Luce Oltre Mare è il libro con cui ho deciso di raccontare un’altra storia. Nel momento stesso in cui ho pensato di farlo, Marcello mi contattò chiedendomi se fossi interessata a prendere parte a questo progetto. Era luglio 2020 e quella telefonata mi spinse al computer e iniziò il viaggio. A quel ragazzo devo tanto, perché grazie a lui ho conosciuto quelle che per un po’ di tempo saranno delle preziose compagne di viaggio. Luce Oltre Mare è un giuramento.»

Le tue storie sono profonde, toccanti. Traspare un pizzico di dolore ma anche tanta speranza e voglia di fare, di ricominciare. Da dove viene tutto ciò? Quanta Francesca c’è nelle tue parole?

«È quello che la psicoanalisi chiama “un irrefrenabile impulso autobiografico”. Ho sempre praticato la “scrittura dell’Io”, la sola che mi interessi perché non sono una vera narratrice di storie, anche se ammiro molto chi sa inventare personaggi e intrecci, ma cerco sempre di scavare un po’ più a fondo della superficie, e lì sotto ci trovo me stessa. Forse è anche un modo per tenere a bada l’Io, sempre invadente, infliggergli una disciplina, una regola.»

Con questa opera miscellanea, tu vieni pubblicata per la seconda volta (“Difendi il coraggio dell’amore” è il tuo primo romanzo). Cosa è cambiato e cosa invece è rimasto uguale nel nuovo libro rispetto al primo?

«Sto vivendo una vera e propria rinascita rispetto ad allora. Sono fiera della donna che sono diventata. La mia mentalità, sicuro, è cambiata, le mie priorità sono cambiate, i miei gusti sono cambiati, la mia tolleranza è cambiata. In questi due anni abbiamo visto quanto ci sia cara la libertà e quante volte l’abbiamo data per scontata. Oltre a frasi di grande speranza come resistiamo, o andrà tutto bene, in tanti, forse tutti, sono evasi dal lockdown. La mia è un’evasione da ridere, una corsa sul posto per ritrovarmi sempre al punto di partenza: io che me ne vado in giro, io in tutto quello che ho vissuto, i miei incontri e la bellezza. E quando è arrivato il momento di trasmettere quello che la vita mi ha insegnato, l’amore per la natura, la vocazione alla no, la coerenza nei rapporti con gli altri, il credere nei propri principi, non ho esitato.»

Maria Paola Buonomo

In copertina: “Luce Oltre Mare”, illustrazione di Elisabetta Biondi

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Maria Paola Buonomo

Laureata in Lettere Moderne, filologa in fieri, scrivo per sperimentare e accrescere il mio ego. Tra un esame e l’altro, mi cimento ai fornelli come piano b per il futuro (ma qual è il piano a?!). Sono una fastidiosissima ritardataria cronica, ma non è certo un difetto, anzi, è il mio punto forte: vivo con calma… Nel sangue mi scorre indecisione mista ad incoerenza. Il caos è il mio spirito guida. Rispetto la natura e ogni forma di vita, tranne gli esseri umani. Condivido il cuore con il mio cane.
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