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Ornella Vanoni “Nella vita tutto mi è accaduto per amore”

Ornella Vanoni, classe 1934,è l’uccellino libero di cui la canzone italiana non può fare a meno.

Ha pubblicato 41 album, alcuni sotto il nome di una sua etichetta. Ha fatto teatro, cinema e televisioni per essere oggi un mito senza tempo: la diva ribelle di una generazione.  

L’uscita molto recente del suo ultimo album Unica, ci offre un’occasione perfetta per parlare di Ornella Vanoni, un’artista della generazione passata, ma ancora molto presente nel mondo dello spettacolo attuale.

L’artista, come la figura platonica del demiurgo, è riuscita a plasmare le proprie emozioni negative o positive che fossero trasformandole in canzoni; ha interpretato brani scritti dai maggiori autori italiani, tra cui Luigi Tenco e Gino Paoli, riuscendo ad indossarli come se fossero stati dei vestiti cuciti su misura su di lei, trasponendo così nelle canzoni che interpretava le proprie emozioni.

Ornella Vanoni è la cantante dell’amore e della sofferenza, della tristezza e della gioia; infatti la sua voce, e la sua interiorità sono consone a cantare sentimenti e emozioni antitetiche.
L’amore è stato una delle declinazioni principali della sua vita. Aldilà delle storie d’amore, è stato il motore della sua carriera e della sua vita. 

La cantante ha dichiarato di essere più felice più adesso in vecchiaia che in gioventù e di aver finalmente trovato quella leggerezza che in gioventù non è mai riuscita ad afferrare e a trarne beneficio.

Infatti all’artista è capitato più volte di ripercorrere pubblicamente la sua vicenda personale, costellata di passioni e amori ma anche di molta sofferenza. Durante le numerose interviste che le sono state rivolte, non si è mai censurata né dal raccontare gli episodi più salaci della sua vita privata con estrema ironia né dal raccontare di aver sofferto di una grave forma di insonnia e di depressione che l’ha colpita più volte durante la propria vita, costringendola talvolta ad isolarsi e ad abbandonare momentaneamente la propria carriera.

L’artista non ha vissuto sempre in maniera spensierata come oggi la sua carriera, ma in gioventù, unita al suo successo, è stata causa e fonte di paura e di senso di inadeguatezza. Strehler le diceva di avere un gran talento ma di non avere i nervi adatti a sostenerlo, e di non essere abbastanza temprata per svolgere questo tipo di lavoro senza perdere il proprio equilibrio fisico e psichico.

Il sogno giovanile della donna era quello di fare l’estetista, ma poi all’età di venti anni fece un provino per accedere all’Accademia di Arte Drammatica del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler a Milano in cui si esibì recitando un passo della tragedia sofoclea Elettra. Strehler, regista e direttore artistico, la scelse e l’amore, la stima dell’uomo per Ornella lanciarono la sua carriera, tanto che l’artista stessa si autodefinisce una donna “inventata” molto timida, fragile e inconsapevole del proprio talento, che Strehler intercettò e valorizzò.

La sua è stata una carriera piena di soddisfazioni e di riconoscimenti, tra cui quello di aver inciso un intero disco La voglia, la pazzia, la coscienza e l’allegria interamente scritto da Vinicius de Moraes e Toquinho, contenente una rilettura dei maggiori successi della musica brasiliana e il suo progetto Argilla, in cui l’artista dimostra di saper padroneggiare anche il registro jazz. Nel 2018 si è presentata a Sanremo in gara con la canzone di Bungaro e Pacifico con il brano Imparare ad amarsi. 

All’inizio della sua carriera il suo portamento e la sua gestualità mentre cantava erano dovute all’impostazione ancora attoriale datale da Strehler, che la rendeva un’interprete molto sofisticata e elegante sempre nei suoi abiti neri, caratteristiche che le resero molto difficile essere apprezzata dal pubblico più vasto. Le prime esperienze canore la resero “la cantante della mala” poiché nelle proprie canzoni affrontava la malavita milanese, fino a che non volle emanciparsi da questo ruolo.

L’appuntamento (1970) è stata la canzone che ha permesso ad Ornella Vanoni di entrare nel cuore degli italiani e ha rappresentato il momento di passaggio dalla carriera di attrice a quella di musicista.
E’ innegabile che però la carriera teatrale l’abbia influenzata molto nella costruzione della propria figura d’artista, nel suo modo di porsi anche mentre canta.
Ma l’artista decise di dedicarsi completamente alla musica, perché secondo lei aveva un valore aggiunto rispetto al teatro e alla recitazione dal momento che essa la rendeva in grado di volare, almeno idealmente. 

Alcune delle canzoni più belle e famose sono: Senza fine (1961), Una ragione di più (1970), Domani è un altro giorno (1972), Perduto (1992) Rossetto e cioccolato (1995).

Alcuni dei brani da lei interpretati hanno scritto la storia della musica leggera italiana. Ed ecco perché oggi la Vanoni è diventata l’emblema di un mondo musicale che si reinventa per sopravvivere di fronte all’evoluzione dei tempi. L’ artista si dedica soprattutto ultimamente a performance teatrali, dall’alto grado di ironia, nelle apparizioni ormai molto frequenti che fa in molti programmi televisivi. E’ quindi diventata un vero e proprio personaggio e il suo uno spettacolo perpetuo. Ma quando canta lascia ancora tutti a bocca aperta.

Le caricature di Virginia Raffaele, e l’ironia stessa con cui l’artista ama presentarsi in televisione non ne hanno scalfito il talento né hanno tolto potenza alla sua voce, così limpida e intensa di emozioni.
Oggi l’artista non sembra prendere più molto sul serio il suo ruolo, ma si abbandona alla parodia di se stessa, riuscendo a prendersi poco sul serio.

Il suo social preferito è sicuramente Twitter, nel quale scrive post ironici e pubblica foto di altrettanta ironia. L’iscrizione al social e l’assiduità con cui interagisce e twitta dimostrano come sia una donna moderna, mossa dalla volontà di rimanere al passo con i tempi e di occupare ancora uno spazio nel mondo dello spettacolo.

Ornella Vanoni, definita “la signora della musica italiana” con la sua sincerità dimostra ancora di essere una figura fondamentale nel panorama della musica italiana e dello spettacolo. Dimostra di essere un’artista in grado di reinventarsi, e di riuscire a comunicare anche con le generazioni più giovani.

Abbiamo ancora bisogno della tua forza e della tua fragilità, Ornella.

Chiara Celeste Nardoianni

Vedi anche: Cos’è la musica Classica?

Chiara Celeste Nardoianni

Mi chiamo Chiara Celeste Nardoianni, sono toscana ma prima che me lo chiediate, non aspiro la 'c' nella frase "la coca cola con la cannuccia corta corta". Ho il bellissimo difetto di credere nel potere sociale della letteratura e che un buon libro possa essere una chiave di lettura della realtà. Come diceva Gandhi dobbiamo essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo.

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