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Riscaldamento globale: come l’uomo sta uccidendo il Pianeta

Temperature record nelle aree dei poli, dove si arriva addirittura a toccare i 34°C.

Il riscaldamento globale sta diventando una minaccia sempre più seria per il nostro Pianeta e la causa siamo noi.

Siamo a luglio. 

Il caldo afoso è una vera e propria spina nel fianco, ma noi siamo abituati a queste temperature. Siamo abituati a sentir parlare ogni anno di temperature che sfiorano i quaranta gradi per i Paesi che affacciano sul Mediterraneo. 

Ciò a cui non siamo abituati, però, è sentir parlare di punte di 33-34 gradi in posti come la Lapponia o l’Islanda; non siamo abituati a sentir parlare di circa un miliardo di animali marini morti a causa del caldo asfissiante che sta colpendo il Canada occidentale. 

Non siamo abituati, certo, eppure avremmo dovuto aspettarcelo. Il riscaldamento globale è un fenomeno che va avanti dalla fine del XIX secolo, ormai, e non sembra volersi arrestare per nessun motivo al mondo. 

La causa? Noi. È l’uomo, con la sua attività demolitrice, ad innescare e alimentare un tale processo deleterio per la nostra Terra. 

Le sempre più alte emissioni di gas serra nell’atmosfera, infatti, non fanno altro che incrementare l’effetto serra e, di conseguenza, un grave sbalzo delle temperature globali. La conseguenze dirette portano allo scioglimento di interi ghiacciai, all’innalzamento del livello dei mari, al cambiamento della consistenza e dell’intensità delle precipitazioni con un grave rischio di desertificazione per aree specifiche del globo. 

Tutto ciò porta ad un fenomeno massiccio di migrazioni da parte di animali che, vedendo i loro habitat naturali gravemente compromessi, sono costretti a spostarsi alla ricerca di luoghi migliori. Cambiano, quindi, anche la flora e la fauna in maniera drastica. 

Con il famoso Protocollo di Kyoto del 2009, sottoscritto da ben 187 Stati, si sarebbe dovuto mettere un freno alle emissioni dei gas serra prodotti dall’attività umana. Almeno era questa l’intenzione iniziale! 

Questi ultimi eventi a cui stiamo assistendo quest’estate – secondo l’Onu – mostrano chiaramente l’enorme passo indietro compiuto dall’umanità per quanto riguarda la tutela e la salvaguardia del nostro Pianeta.

A tal proposito si è espressa, negli ultimi giorni, la Presidentessa della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, che afferma che il problema del riscaldamento globale richiede un’azione decisiva e immediata.

A questo scopo, infatti, è stato messo a punto un nuovo piano, battezzato “FitFor55”, che si propone di azzerare le emissioni di CO2 entro il 2050 e di ridurle del 55% entro il 2030. 

Per fare ciò, secondo la Von Der Leyen, l’impegno e la collaborazione devono essere massimi da parte di tutti gli Stati dell’UE soprattutto per quanto riguarda il settore dei trasporti stradali, a causa del quale le emissioni sono drasticamente aumentate in questi ultimi anni. 

Ecco perché, nei piani della Presidentessa, c’è anche l’intenzione di bloccare la vendita di auto benzina e diesel a partire dal 2035

E i Paesi esterni all’Unione Europea? La Von Der Leyen spiega che chiunque tenterà di vanificare gli sforzi dell’UE di compiere una totale decarbonizzazione, vendendo merce più economica ma fatta con materiali più inquinanti, dovrà pagare – letteralmente – un caro prezzo. 

A noi, allora, non resta che sperare che questi obiettivi vengano portati avanti e, soprattutto, non ci resta che metterci concretamente in gioco, scendere in campo e diffondere conoscenza e consapevolezza riguardo i pericoli che il nostro Pianeta corre… a causa nostra.

Anna Illiano

Vedi anche: Il lungo viaggio di Wally

Anna Illiano

Anna Illiano (Napoli, 1998) è laureata in Lingue e Letterature euroamericane e si sta specializzando in editoria e giornalismo presso La Sapienza di Roma. Ha un blog personale “Il Giornale Libero” ed è articolista per il magazine La Testata. Dal 2021 collabora occasionalmente col giornale “il Post Scriptum”

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