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A Napoli un bacio è questione di vita o di morte

Baciarsi nella Napoli del Cinquecento? Questione di vita o di morte!

Vi sembrerà assurdo ma il 9 marzo 1562 fu emanata una strana legge nella città partenopea.

Per chi si scambiava baci in pubblico vi erano pesanti sanzioni e, in casi estremi, si poteva arrivare persino della pena di morte.

A quel tempo il re di Napoli era Filippo II (chiamato, non a caso, il “Prudente”), mentre la carica di viceré era ricoperta da Pedro Afán de Ribera, arrivato a Napoli nel 1559.

Ma perché fu emanata tale legge?

Gli storici ormai da secoli cercano una risposta e hanno individuato alcune spiegazioni che sembrerebbero giustificare, per quanto possibile, la decisione del re.

Per quanto riguarda la prima ipotesi, va ricordato che nel Cinquecento non era raro che le donne del popolo subissero dalle persone più ricche e potenti della città, o anche da parte dei mercanti che attraccavano nel porto di Napoli, molestie e stupri, quegli atti “contro l’altrui pudicizia e che non consistevano nella congiunzione carnale”.

Pertanto, la legge potrebbe essere stata promulgata per salvaguardare le donne napoletane.

La seconda ipotesi è di tipo igienico-sanitario. Poco prima che questa legge entrasse in vigore, si sono verificati casi di violente epidemie di peste a Venezia e Torino. I veneziani, come sappiamo, basavano la loro economia principalmente sul commercio marittimo e, dunque, navigavano attraverso il Mar Mediterraneo e commerciavano anche con Napoli. Il bacio poteva quindi essere un veicolo per la trasmissione della peste.

Purtroppo, però, la severa e austera “legge anti-bacio” non servì, poiché appena tre anni dopo Napoli fu decimata dalla peste: quasi la metà dei cittadini e circa il 60% dei popolazione dell’intero Regno, per un totale di quasi 600mila individui, morirono a causa di questa epidemia letale.

Come rispose alla legge il popolo napoletano?

Fu presto dimenticata e poco osservata, tanto che oggi sappiamo essere stata una norma puramente transitoria.

Quello di Paolo e Francesca, il dipinto di Hayez, quello di Giuda, una cosa è certa: il bacio è qualcosa a cui nessuno di noi può rinunciare, anche se può costarci la vita!

Questa e tante altre storie sulla città di Napoli potete trovarle in 101 storie che non ti hanno raccontato su Napoli di Agnese Palumbo per Newton Editori.

Catia Bufano

Recupera anche: Giudeofobia durante la peste nera

Catia Bufano

Laureata in Lettere Moderne, studia attualmente Filologia Moderna presso l’università di Napoli Federico II. Redattrice per La Testata e capo della sezione Fotografia. Ama scrivere, compratrice compulsiva di scarpe, non vive senza caffè. Il suo spirito guida è Carrie Bradshaw, ma forse si era già capito.

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