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Boston tea party: la rivolta che iniziò dal tè

Oggi si ricorda uno dei giorni più importanti della storia americana, un atto di rivoluzione e protesta che precedette la guerra d’indipendenza e che vide come protagonisti i coloni americani e un gruppo di rivoluzionari, i Sons of Liberty.

Sto parlando del Boston tea party.

Per capirne di più, ripercorriamo insieme le tappe, le motivazioni e gli esiti di questa grande giornata.

Come ben sappiamo, l’Inghilterra aveva diverse colonie in America e, ovviamente, quelle terre sottostavano alle leggi del governo britannico.

L’astio tra i due paesi nacque con l’aumento delle tasse imposto dalla Gran Bretagna che fece scatenare l’ira della popolazione americana.

Rappresentante della protesta fu John Hancock con il suo famosissimo slogan “No taxationwithoutrapresentation”. Egli decise di boicottare le navi di tè proveniente dalla Cina che veniva venduto dalla Compagnia delle Indie Orientali. 

E così fece.

In poco tempo la Compagnia perse molto denaro e si riempì di debiti, così il governo britannico abolì le tasse a quest’ultima per agevolarne il commercio attraverso il “Tea Act”, e fu la goccia che fece traboccare il vaso.

La situazione tra coloni e governo era già inasprita per diversi provvedimenti: nel 1764 con lo “SugarAct” che tassava lo zucchero; nel 1765 con lo “Stamp Act”, ovvero le tasse sulla stampa e con il “Townshend Act”. 

Insomma, la condizione divenne davvero insostenibile.

Così il 16 dicembre 1773, nel porto di Boston, Samuel Adams, rappresentante dei rivoluzionari Sons of Liberty, terrorizzò agenti e consegnatari della Compagnia, costringendoli ad abbandonare la zona.

Successivamente arrivò il primo vascello contenente il carico di tè e i ribelli si riunirono, insieme ad altre persone, per decidere sul da farsi. 

A quella riunione si arrivò a 8000 partecipanti, davvero molti per l’epoca.

Il comandante della nave chiese di ritornare in Inghilterra per non approdare, ma la sua richiesta venne respinta dal governatore.

Così, i Sons of Liberty, travestiti da indiani e armati di asce, entrarono nel porto e, una volta saliti sulle navi, gettarono in mare le casse contenenti circa 45 tonnellate di tè. Infine, temendo ripercussioni, cercarono di cancellare le tracce e fuggirono.

Il governo britannico fu molto duro sulle condanne e si pose contro le colonie.

Hancock e Adams furono accusati di alto tradimento, ma la gente, per protesta, iniziò a non bere più tè, sostituendolo con il caffè. 

Nonostante l’atto di rivolta, nel 1775 il Parlamento inglese abolì le tasse alle colonie che erano al servizio del paese con la “soluzione conciliante”. Questo però servì a poco, dato che il Tea Party fu uno dei moti principali che portarono alla guerra d’indipendenza americana, ottenuta poi nel 1776.

Insomma, questa è la storia di un popolo stanco che ha deciso di ribellarsi attraverso un atto passato alla storia. Il Boston tea party è uno dei tanti esempi di una protesta attuata da persone semplici che ha smosso le idee e le leggi, portando all’indipendenza un intero paese.

 

Martina Maiorano

Disegno di Vincenza Topo

 

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La Redazione

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