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Il ritorno a scuola e all’università: parlano gli studenti 

Il 14 settembre è la data ufficiale del ritorno a scuola per elementari, medie e liceo.

Ovviamente ci saranno delle variazioni, ma mi piace pensarlo come un giorno simbolico, il tanto atteso momento della verità, in cui tutte le teorie elaborate in questi mesi si trasformeranno finalmente in pratica.

E dopo? Tocca agli studenti.

Io ho parlato con delle studentesse: Roberta Ruggiero, che frequenta il Liceo Antonio Genovesi, Serena Perrella e Martina Carderopoli, che devono affrontare il loro primo anno di università e, proprio come me, sono decisamente confuse.

L’istruzione è uno dei temi più discussi degli ultimi mesi, le scuole dovrebbero riprendere le lezioni il 14 settembre, ma tra poco ci sarà anche il rientro all’università. Come state affrontando questo momento? 

“Sicuramente sarà un rientro diverso rispetto agli altri anni, anche e soprattutto emotivamente, perché non è facile ambientarsi in questa situazione.” Prende la parola Martina, seguita da Serena: “Le disposizioni dateci dallo Stato italiano non sono le migliori riguardo l’università, anzi, sono state quasi inesistenti in alcuni casi”.

Roberta, invece, esprime la sua idea: “Non la sto vivendo malissimo, ma chiaramente la pandemia è ancora in corso. Non si andrà al liceo serenamente come prima, ovviamente all’entrata ci saranno i controlli, l’obbligo delle mascherine e tutto il resto che favoriranno un clima di ansia e tensione che non è il massimo in una scuola. Ma forse è meglio così, iniziare a ritrovare un po’ di normalità anche se in modo diverso”.

Durante il lockdown abbiamo sperimentato nuovi metodi di insegnamento, alcuni efficaci, altri meno, cosa andrebbe migliorato secondo voi in vista del nuovo anno scolastico? 

Roberta risponde: “Diciamolo chiaramente, la didattica a distanza è buona, anzi, è una buona idea sviluppata male. Non è stata presa seriamente dal principio, non solo dagli alunni, ma anche da alcuni professori. Questo ha portato a una serie di problemi con le scadenze e i programmi. Ma potrebbe essere una risorsa da sfruttare anche in altre occasioni, ad esempio per il recupero delle lezioni di chi ha la necessità di restare a casa per qualche giorno”.

Martina e Serena, invece, non sono d’accordo: “Le piattaforme dovrebbero decisamente migliorare, i metodi di valutazione hanno messo in difficoltà tutti, e magari sarebbe meglio avere istruzioni più precise e condivise da tutti gli istituti”.

I banchi con le ruote, la mascherina obbligatoria, il distanziamento e le lezioni online a settimane alterne. Roberta, tu che ti accingi ad iniziare l’ultimo anno di liceo, come pensi che vengano accolte queste misure dagli alunni? 

“Meglio non parlare dei banchi con le rotelle, che sono lo zimbello di Internet da un mese. Ma tralasciando la parentesi meme, queste restrizioni sono necessarie per la nostra salute, quindi devono essere prese bene dagli studenti. C’è da dire che una lunga quantità di tempo chiusi in classe, costretti a stare distanti e a non poter uscire durante l’intervallo per prendere un po’ d’aria e socializzare non è il massimo, anzi, non è scuola”.

E l’università? Gli interrogativi su quest’ultima sono infiniti, ma il mio è questo: quanto è cambiata la vostra visione dell’esperienza universitaria nell’ultimo anno, data questa situazione? 

Parla Serena: “Gli anni precedenti le matricole erano più agevolate, almeno perché c’era un minimo di organizzazione, ora noi ci affidiamo completamente al caso. Inoltre lo stesso rapporto con i nostri colleghi sarà diverso, saremo tutti più diffidenti, restii a socializzare subito. L’università differisce già dal liceo proprio per la difficoltà a relazionarsi immediatamente con i compagni di corso, quest’anno ci sentiamo doppiamente incapaci di creare legami”.

Martina annuisce e concorda: “Speriamo nel potere dei social, in questo momento possono riscattarsi e avere un ruolo fondamentale nella nostra integrazione”.

Quindi tra dubbi di matricole e speranze di liceali, in questi ultimi giorni che ci separano dall’apertura delle scuole i ragazzi tirano le somme di mesi impegnativi e si preparano, sempre speranzosi, ma stavolta più rassegnati.

Sarà sicuramente un primo giorno indimenticabile.

Angela Guardascione

Vedi anche: L’ 11 settembre secondo me (e chi ancora non c’era)

Photo credits: www.corriere.it

La Redazione

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