Sociale

Retake Napoli: intervista a Rosario, quindici anni e il sogno di una città pulita

Alzi la mano chi, a quindici anni, conosceva a malapena la differenza tra vetro, carta, plastica e così via.

Questa, invece, è una storia diversa e voglio raccontarvela con le parole di Rosario, un giovane vispo e loquace, volontario di Retake Napoli, movimento di cittadini volontari per i beni comuni, no-profit e apartitico.

“Delle pinze raccogli rifiuti: l’unica arma che vogliamo nelle loro mani”: riferito ai giovani, è uno degli slogan che caratterizzano questo movimento, che crede ed investe nel futuro degli adulti del domani.

Prima di leggere le parole di Rosario, chiariamo chi è il Retaker.

Fortunatamente negli ultimi anni in tutto il mondo si è diffusa una coscienza ecologista, che ha iniziato ad occuparsi della difesa dell’ambiente e questa ideologia è perfettamente incarnata dal Retaker, un qualunque cittadino che ambisce a vivere in una città in cui regna la pulizia e la legalità, che scende in strada per abbandonare le lamentele e lasciare spazio alle azioni concrete.

Ora leggiamo le parole di un Retaker molto giovane e molto appassionato, che ha fatto dell’ecologia una delle sue passioni.

«Allora Rosario, prima di parlare di Retake vorrei che mi parlassi un po’ di te, di come riesci a conciliare il volontariato con gli impegni scolastici o se hai anche altre passioni.»

«Come tutti ben sanno mi chiamo Rosario Brancaccio, vengo dal quartiere Arenaccia, situato tra la stazione centrale, piazza Carlo Terzo e corso Malta. Ho quindici anni compiuti a dicembre scorso e a settembre intraprenderò il terzo anno di scuola superiore all’Istituto Alberghiero Ipsseoa Antonio Ferraioli di corso Malta.

Conciliare scuola e volontariato è molto semplice.

Prima di tutto inizio a studiare a scuola, prestando molta attenzione in classe in modo che, una volta arrivato a casa, non ho bisogno di molte ore di studio.

Oltre alla fortissima passione per la mia città, o meglio, per la storia dei suoi luoghi, la canzone napoletana e tutti gli scritti in napoletano, ho anche la passione per il giardinaggio grazie a mia nonna materna che, un giorno, decise di farsi aiutare con una pianta di Aspidistra. Grazie a lei ho scoperto un mondo meraviglioso che mi ha portato addirittura a ricevere una medaglia di riconoscenza civica (Green care) per la cura del verde urbano.

Ma non solo, devo ringraziare anche i miei genitori per avermi educato per il rispetto del prossimo e dei luoghi pubblici, e soprattutto dei luoghi e delle cose che vivo quotidianamente. »

«Quando hai iniziato a fare volontariato?»

«Iniziai in solitaria a novembre 2018, quando ancora non sapevo di Retake Napoli, che mi ha cambiato la vita.»

«Leggo nella tua immagine del profilo “fiero di essere napoletano”, la ami proprio tanto la tua città, vero?»

«Sì, amo tantissimo la mia città, soprattutto i suoi vicoletti stretti, intrisi di storia e cultura. »

«Che la ami molto lo sento e lo percepisco, ma ti chiedo: cambieresti qualcosa?»

«Cambierei la mentalità di quelle persone che non hanno ancora capito Napoli, perché Napoli la ami solo se la riesci a comprendere, e credo che io sono riuscito a comprenderla grazie alla storia, ai luoghi storici che la compongono e grazie alla sua unicità.»

«Allora incrocio le dita con te affinché le persone, col tempo, riescano a capire e comprendere il grandissimo patrimonio che hanno davanti agli occhi.

A tal proposito, che ne dici di parlarmi un po’ di Retake e spiegarmi come si svolge di solito un incontro e come è possibile partecipare? »

«Retake Napoli è un mondo meraviglioso fatto di gente squisita, la mia collaboratrice di quartiere ad esempio, Stefania Mangani è un uragano.

Bisogna specificare che facciamo tutto senza profitto, l’unico vero profitto è quello di restituire normalità a luoghi che effettivamente l’hanno persa. Inoltre siamo apartitici.

L’organizzazione di un incontro è composta da sopralluogo, richiesta con foto, e organizzazione interna, cioè giorno in cui è meglio svolgere l’evento, autorizzazioni varie, materiale e tipo di intervento.

Non è un gruppo chiuso, quindi farne parte è molto semplice, basta seguire la pagina principale sui social e il gruppo del quartiere a cui si appartiene.

Ad esempio noi del Vasto-Arenaccia abbiamo creato l’11 giugno scorso il gruppo di quartiere Retake Napoli Vasto/Arenaccia.»

«Ho visto che spesso trovate oggetti anche di 30-40 anni fa perché, tu lo saprai meglio di me, alcuni materiali impiegano decenni per decomporsi. Tu hai mai trovato qualcosa del genere?»

«Sì, trovai una lattina di Simmenthal a Rotonda Diaz, tra gli scogli, scaduta nel 1990 e a Molo Luise molte lattine di Coca Cola, Fanta degli anni ’70.»

«Sono molto sorpresa Rosario, davvero. Ti faccio un’ultima domanda. Io sono molto realista ma anche un’eterna sognatrice, e questa cosa la rivedo molto anche in te. Quindi ti chiedo, cosa ti aspetti dal futuro e cosa auguri alla tua città?»

«Non vorrei essere pessimista, ma non mi aspetto niente, spero solamente che la mia generazione e i miei concittadini capiscano, come ho capito io, cos’è veramente Napoli; le potenzialità di questa città e soprattutto la bellezza di Napoli.

Proprio stamattina stavo dal barbiere, passa un signore e fa “Uagliu’ o vvulite o ccafe’?”

Beh, io sono innamorato di questo.»

Catia Bufano
Vedi anche: Luca Giordano non è solo una via di Napoli

Catia Bufano

Laureata in Lettere Moderne, studia attualmente Filologia Moderna presso l’università di Napoli Federico II. Redattrice per La Testata e capo della sezione Fotografia. Ama scrivere, compratrice compulsiva di scarpe, non vive senza caffè. Il suo spirito guida è Carrie Bradshaw, ma forse si era già capito.

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