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Hong Kong e la genesi di una ribellione

Da un anno non si parla d’altro, le manifestazioni di Hong Kong rappresentano un esempio di lotta per la libertà e per la democrazia.

E forse ci siamo affezionati così tanto a questa storia perché i ribelli non sono politici, non sono individui che svolgono un determinato lavoro, sono studenti, cittadini comuni che conoscono un solo modo per farsi sentire: scendere in strada.

Tutto ha inizio il 15 marzo 2019, a causa di un disegno di legge della Cina sull’estradizione. L’obiettivo apparente del governo era quello di estradare i sospettati di crimini gravi, ma gli abitanti di Hong Kong comprendono che in realtà questa legge potrebbe essere sfruttata per eliminare l’opposizione.

Passa il tempo e apparentemente Hong Kong ottiene una vittoria, la legge non viene approvata. Ma è proprio negli ultimi giorni, con la fine della quarantena, che il fuoco delle proteste si accende nuovamente, questa volta per la legge sulla sicurezza nazionale, volta a reprimere qualsiasi atto considerato una minaccia per la sicurezza. La Cina, però, in questo modo otterrebbe più potere e potrebbe trovare un modo legale per colpire i manifestanti.

C’è un’altra ragione per cui si batte Hong Kong, che è una regione amministrativa speciale della Cina, ha quindi un sistema politico diverso, democratico, in cui vengono garantite delle libertà. Nel 2047, però, Hong Kong perderà il suo titolo di regione speciale e l’indipendenza. Attraverso queste leggi la Cina cerca di ottenerne già la sottomissione e il controllo.

Studenti, sindacati e governatori, però, non sono disposti a rinunciare alla democrazia e sfruttano la loro libertà di espressione per farsi sentire. Le forze dell’ordine reagiscono violentemente, con centinaia di arresti e sparando proiettili urticanti per disperdere la folla.

Il mondo lotta insieme ai ragazzi di Hong Kong, non sono solo i governi di altri paesi, come gli Stati Uniti, che si schierano solo per un conflitto ideologico ed economico con la Cina, ma il popolo stesso che esprime solidarietà. Un giorno ci ritroviamo cittadini in un paese libero e democratico, che ci garantisce dei diritti fondamentali, l’altro sudditi e sottoposti a una dittatura.

La lotta per la libertà è una costante atemporale. Dalla Rivoluzione francese con la sua Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, fino alle proteste di Hong Kong e ora anche quelle di Minneapolis, gli individui hanno dimostrato di avere potere se sintonizzati sugli stessi ideali.

Angela Guardascione

Immagine: https://www.lifegate.it/persone/news/hong-kong-intervista-manifestante

Angela Guardascione

Mi chiamo Angela Guardascione e sono nata a Napoli il 26/07/01. Ho frequentato il Liceo Classico e ora studio scienze politiche. Amo scrivere quasi quanto amo guardare ininterrottamente serie tv per 10 ore, quasi quanto amo Meryl Streep, Un uomo di Oriana Fallaci e comprare 4 libri al giorno per poi lasciarli tutti in sospeso.

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