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Dark: viaggio alla scoperta della miglior serie targata Netflix

Il terzo e ultimo capitolo è uscito ieri on demand. Analizziamo insieme i punti di forza di una serie destinata a diventare un cult del genere e che, ad oggi, rimane il miglior prodotto del colosso statunitense.

“La distinzione tra passato, presente e futuro è solo un’illusione ostinatamente persistente”. È questo l’incipit della serie tedesca creata da Baran bo Odar e Jantje Friese. 

Siamo a Winden, una grigia e piovosa cittadina della Renania dove la scomparsa di due bambini innesca una catena di eventi misteriosi che svelerà segreti decennali. Le indagini, infatti, rivelano un forte legame tra tre diverse epoche storiche, toccate da strani eventi. 

Numerose sono le teorie filosofiche e le citazioni ad altre serie televisive. Le più evidenti sono a Twin Peaks, vero capostipite del genere. Le luci dei semafori appena fuori la cittadina e la misteriosa foresta da cui tutto ha inizio sono tra i rimandi più evidenti al capolavoro di Lynch. 

L’impianto narrativo di Dark, inoltre, è intriso di concetti nietzschiani: i personaggi sembrano voler fuggire all’ineluttabile, prigionieri in un uroboro temporale da cui è difficile districarsi. La loro volontà è infatti piegata al procedere inesorabile del tempo, vero villain della serie.

“Ieri, oggi e domani non sono momenti che si susseguono. E sono uniti in un circolo senza fine” concetto simile a quello espresso da Rust Cohle in True Detective: “Il tempo è un cerchio piatto”

I rimandi alla Bibbia, la dicotomia scienza-religione e luce-tenebre sono tutti richiami che contribuiscono a creare un’alchimia quasi perfetta.

Dark è un prodotto molto maturo. Non solo per la complessità narrativa e la gestione meticolosa di un vasto sistema di personaggi e relazioni ma anche per la capacità di mantenere un livello altissimo nel corso delle diverse stagioni senza tralasciare nessun dettaglio. La fotografia fredda con le sue ambientazioni cupe, l’eccellente scelta musicale che accompagna tutte le puntate e un buon cast di attori sono ingredienti che impreziosiscono una serie che risulta tra le migliori in circolazione. 

Illustrazione e didascalia di Simone Passaro

Vedi anche: Lo sparo nell’occhio: da “Le voyage dans la Lune” a “Donnie Darko”

Simone Passaro

Mi chiamo Simone Passaro e ho trentadue anni ma il dato è in continuo aggiornamento. Arrivato primo ad un concorso per sosia di Roy Paci, ho una controfigura che disegna al posto mio. Su di me Wikipedia dice: “la ricerca non ha prodotto risultati”.

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