Arte & Cultura

Bellezza inclusiva: dal Medicamina di Ovidio alla rivoluzione di Jean Paul Gautier

Il mondo del make-up, come ben sappiamo, sta diventando una realtà sempre più inclusiva.

Nel 2003, Jean Paul Gautier lanciò la sua linea di cosmetica per uomini, “la male tout Beau tout proprie”.

Questa linea comprendeva una polvere abbronzante, un gloss, uno smalto e un eyeliner.

La scelta dei prodotti non era molto vasta, ma senza dubbio l’enfant terrible della moda lanciò un messaggio chiaro: il make-up, da quel momento in poi, non era più un “privilegio” destinato agli artisti, ma sarebbe stato parte della routine quotidiana di ogni uomo.

Dopo la rivoluzione di Jean Paul Gautier, a distanza di anni, ritroviamo nuove e diverse collezioni destinate agli uomini: nel 2013 arrivarono le linee maschili di Marc Jacobs Beauty e di Tom Ford, nel 2017 Wycon Cosmetics optò per il volto di un uomo per rappresentare la capsule “Androgyny”.

Il noto marchio made in Italy Chanel non restò estraneo alle linee make-up dedicate all’universo maschile e nel 2018 decise di lanciare “Boy di Chanel”, che comprendeva un fondotinta, un balsamo labbra e una matita per sopracciglia.

Agli occhi dei più potrebbe apparire nuovo o insolito che un uomo si interessi all’universo della cosmesi, ma è davvero così?

La risposta è no, basti pensare che nell’antica Roma era abitudine di tutti i patrizi andare alle terme e vi erano schiave addette che li cospargevano di talco e oli profumati. Possiamo, dunque, dire che gli uomini non erano estranei a questo mondo e a dimostrarcelo è anche un testo molto particolare di Ovidio (Sulmona, 43 a.C. – Tomi, 18 d.C..), uno tra i massimi esponenti della letteratura latina classica. Questo poemetto, che convenzionalmente inseriamo tra le opere erotico-didascaliche, prende il nome di Medicamina faciei feminei, meglio conosciuto soltanto come il Medicamina.

Ad oggi, purtroppo, ci sono giunti soltanto un centinaio di versi in distici elegiaci in cui Ovidio spiega alle donne come confezionare ed utilizzare i cosmetici (non soltanto rossetti e ciprie, ma anche maschere e creme per la skincare!).

Inizialmente quest’opera, scritta da un uomo e che parlava di bellezza, trucco e cura della pelle, suscitò scandalo tra i moralisti, dunque con un po’ di sagacia e sarcasmo, potremmo dire che i tempi non sono poi così tanto cambiati dall’età augustea.

Gli ingredienti di cui parla Ovidio, per preparare creme ed unguenti, sono alquanto singolari (ad esempio guano di alcione o corna di cervo tritate) e ci lasciano intuire che queste ricette fossero pensate più che altro per le classi sociali più ricche.

Inoltre, possiamo dire che già ai tempi di Ovidio era in voga una pratica oggi molto diffusa, ovvero quella della skincare routine “fai da te”.

Qui di seguito alcune delle bizzarre ricette riportate nel medicamina:

Per una pelle del viso liscia e profumata quello che bisognava fare era mescolare l’incenso al nitro, ed aggiungere un quarto di libbra di gomma e un dado di piccole dimensioni di mirra grassa. Poi era necessario tritare il composto e aggiungere del miele, della mirra profumata, un po’ di finocchio ed un pugno di rose secche. Aggiungere poi incenso maschile e sale di ammoniaca ed infine versare all’interno della ciotola una mucillagine d’orzo.

Per una pelle del viso delicata, invece, bastava lasciare in ammollo nell’acqua fredda alcuni papaveri. Il composto avrebbe ottenuto così la consistenza di una crema, simile a quelle che usiamo tutte le mattine.

Ovviamente oggi è molto più semplice reperire gli ingredienti per realizzare prodotti per la skincare fatti in casa, ma quello che è importante sottolineare è che Ovidio ci ha trasmesso, con il suo poemetto, una lezione importante: anche gli uomini possono appassionarsi ad una pratica convenzionalmente ed erroneamente “per donne” ed è molto importante che il mondo del beauty continui ad essere sempre più inclusivo e libero da stereotipi di qualunque genere.

Catia Bufano

Catia Bufano

Laureata in Lettere Moderne, studia attualmente Filologia Moderna presso l’università di Napoli Federico II. Redattrice per La Testata e capo della sezione Fotografia. Ama scrivere, compratrice compulsiva di scarpe, non vive senza caffè. Il suo spirito guida è Carrie Bradshaw, ma forse si era già capito.

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