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BoJack Horseman non è una serie per giovani

Nata per raccontare vizi e costumi dello showbiz hollywoodiano, chiude i battenti una delle migliori rappresentazioni dell’introspezione umana sul piccolo schermo.

Devo ammetterlo, ho amato la serie ideata da Raphael Bob-Waksberg alla follia.

È sicuramente uno dei migliori prodotti del panorama Netflix. Partita come serie animata satirica che mira a ridicolizzare il jet-set made in USA, attraverso un mondo antropomorfo e surreale, stagione dopo stagione l’opera è diventata qualcosa di molto più grande. In un crescendo di toni drammatici ha scavato nell’uomo contemporaneo, regalando un racconto profondo sulle ansie e le insoddisfazioni della vita.

Tutti questi elementi fanno di BoJack Horseman una serie da guardare con attenzione per apprezzarla al meglio. Le esperienze dei personaggi, la loro incapacità di affrontare i traumi e i fallimenti personali creano un’empatia fuori dal comune, regalando allo spettatore numerosi spunti di riflessione.

Simone Passaro

Simone Passaro

Mi chiamo Simone Passaro e ho trentadue anni ma il dato è in continuo aggiornamento. Arrivato primo ad un concorso per sosia di Roy Paci, ho una controfigura che disegna al posto mio. Su di me Wikipedia dice: “la ricerca non ha prodotto risultati”.
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