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Alternative Christmas: la playlist natalizia fuori dal comune

Allerta meteo. Ora che abbiamo attirato la vostra attenzione con uno dei trend topic del momento non possiamo che struggerci nel ricordo fuggente di un’estate. L’estate appena trascorsa, quella dai confini indefiniti e che fino a poche settimane fa ancora ci consegnava mezze maniche e sbiadite abbronzature e ora, trascorso un autunno dalla brevità di un mercoledì qualsiasi, siamo alle porte del Natale.

Sembrava infatti ieri in cui le nostre giornate erano scandite da ritagli di tempo con giornate al mare, scomposte corse in infradito, notti che ombravano il dì dopo giornate lunghissime, le stesse notti corte come bevute di shot. Mesi fatti da frequenze radiofoniche e spot Algida condite da tormentoni latineggianti e voyeurismo da vacanza tra Instagram stories.

Natale ci accoglie invece da tradizioni ben più consolidate, radicate culturalmente e da soavi atmosfere. Tradizioni fatte di cibarie, di addobbi ma anche qui non mancano gli instancabili evergreen musicali. Si passa dai grandi classici per tutta la famiglia come i Wham!, John Lennon o tutto il settore per i più piccoli. Ma non mancano più recenti interpreti cadenzati abitualmente sotto l’abete come Michael Bublè o Mariah Carey. Quest’anno decidiamo di fare i cattivi, o almeno sfuggiamo ai classici cliché musicali andando alla ricerca di brani che sappiano cogliere l’essenza natalizia con diversi strati di profondità, interpretazione e significati non usuali:

Nel 2005 la band grunge di Chicago incide questo brano (uscito già qualche anno prima) su una raccolta di rarità e di b-sides. Testo quasi melenso e in piena linea con il candore natalizio ma pieno anche di struggente profondità, tonalità graffianti di un rock maledetto con la voce di Billy Corgan.

Facciamo un piccolo salto di soli due anni, siamo nel 2007, quando alla soglia di dicembre esce questo brano della rock chic band di Las Vegas. Tanta autoironia nel brano e anche nel videoclip dove Brandon Flowers, cantante del gruppo, è prigioniero di Babbo Natale, legato con una ghirlanda e minacciato di morte dallo stesso. Saranno i membri del resto del gruppo, travestiti da alberi natalizi, a trarlo in salvo.

Stavolta il balzo è all’indietro, fino al 1978, quando uno straordinario autore, Tom Waits dà vita in musica alle vicende, in forma di drammatica lettera, di una prostituta che si rivolge ad un uomo, Charlie. Waits tra note di profondo rock e jazz ha fatto storia come l’album che conteneva questo brano, Blue Valentine.

Piccola e rara perla del gruppo grunge di Seattle. Canto natalizio delicato e profondo, che assume forma e sostanza con la calda voce di Eddie Vedder. Questa nella versione eseguita nella splendida cornice dell’arena di Verona nel 2006.

Siamo nel 1989, anno della caduta del muro di Berlino. Nel tumulto di quegli anni non poteva certo spegnersi l’ardore di una delle punk band simbolo degli anni ’70 e ’80. Pezzo natalizio assolutamente irriverente a suon di rock and roll, chitarre e tanti capelli.

Passando in rassegna brani nostrani non possiamo non scegliere questa scanzonata e dirompete canzone del gruppo toscano. Tra i protagonisti della scena indie/rock, la band di Appino incide questo pezzo in uno dei loro album cult Andate tutti a fanculo del 2009. Una guerra insita in noi stessi, contro il vuoto e contro i cliché delle festività natalizie.

Uno dei più apprezzati cantautori contemporanei, Dario Brunori, dalla Calabria racconta con la sua caratteristica dolcezza intimista la vigilia natalizia. Una vigilia fatta di sensazioni, di pensieri, di anticonformismo nel brano contenuto nel disco Il cammino di Santiago in taxi vol.3 del 2014

Brano emozionante della band torinese, quasi con le sembianze di una lettera d’addio che infatti vede la dedica a Gigi Restagno, musicista torinese scomparso nel 1997. Primo singolo estratto dall’album Terrestre live e varie altre disfunzioni nel 2006.

Claudio Palumbo

La Redazione

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