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De siderale: secondo mondo del Mare anarchico

Martedì 17 dicembre. Al Teatro Galleria Toledo, per la rassegna “Stazioni D’Emergenza – atto XI”, in scena lo spettacolo De-Siderale, opera originale della Trilogia della nuda vita.

“Si nasce con una missione, si muore fallendo”
Febbraio 2017: Michele, 30 anni, si toglie la vita. La morte di Michele, figlia del precariato, di politiche economiche e aziendali selvagge e spietate, ha tutto il sapore di un fallimento, di una resa difronte al futuro, del rifiuto di andare avanti. Michele nella lettera lasciata in punto di morte dichiara le sue intenzioni: “il futuro sarà un disastro a cui non voglio assistere e nemmeno partecipare” https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/07/la-lettera-prima-del-suicidio-michele-30-anni-questa-generazione-si-vendica-del-furto-della-felicita/3374604/. Michele non c’è più e oltre alle poche parole affidate ad una lettera non può dirci altro. Raccontarci la sua vita, la storia della sua missione e del suo fallimento allora spetta alla madre.

Lauraluna Farina è la madre di Michele: una donna che con la voce rotta e il lessico scarno e stringato di un foglio di appunti ci racconta per tappe l’esistenza del figlio morto, da quando questo figlio non era neanche un progetto in cantiere fino alla sua tragica scomparsa. La presenza di Michele, o meglio, la sua assenza è rievocata, non solo nel racconto della madre, ma anche nelle indagini di un ispettore (Angela Dionisia Severino), negli oggetti che arredano la sua stanza, nelle canzoni della sua infanzia, ma sopratutto, nell’eco che i media fanno di questa tragedia. La morte di Michele viene presto sbranata, fagocitata senza rispetto alcuno, dalla retorica televisiva più becera, dalla propaganda politica moralista e buonista, da un’opinione pubblica cieca e superficiale. Ognuno viviseziona la vicenda in cerca di una propria chiave di lettura, una chiave di lettura che sia strumentale ad una tesi. I media, animati da una morbosa necrofilia, sguazzano nel sangue della morte di Michele e ne minimizzano le intenzioni, la sofferenza e la disperazione che sole conducono ad un simile gesto. Quello che per l’opinione pubblica viene banalizzato e classificato come mera manifestazione di debolezza, altro non è che l’atto di accusa di un’intera generazione ad una realtà sbagliata, ad un presente senza futuro. Le parole di Michele, fraintese e sminuite, sono il grido di dolore di una generazione castrata.
De siderale, vincitore del bando di Ricerca Permanente presso Teatro Studio Uno di Roma, rientra in Mare Anarchico, uno dei progetti del collettivo BEstand, fondato nel 2018 da Agnese Ferro, Giuseppe Maria Martino e Dario Postiglione.

Valentina Siano

La Redazione

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