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La Tempesta di Shakespeare al Mercadante: Luca De Fusco come Prospero

Ieri sera, al Teatro Mercadante di Napoli, è stata ufficialmente aperta la stagione 2019/2020 con La Tempesta di Shakespeare e la regia sapiente del direttore Luca De Fusco.

Ora i miei incantesimi
Si sono tutti spenti,
La forza che possiedo
È solo mia, ed è poca.
Ora sta a voi
Tenermi qui confinato
O mandarmi a Napoli.
Poiché ho riavuto il Ducato
E perdonato il traditore,
Non fatemi rimanere
Col vostro potere
In quest’isola nuda,
Ma scioglietemi da ogni legame
Con mani generose.
Il vostro fiato gentile
Colmi le mie vele
Altrimenti fallisce
Il mio progetto
Che era di dar piacere.
Ora mi mancano
Spiriti da comandare
Arte per incantare,
E la mia fine
È la disperazione,
A meno che
Non sia salvato dalla preghiera
Che va tanto a fondo
Da vincere la pietà
E liberare dal peccato.
Come voi per ogni colpa
Implorate il perdono,
Così la vostra indulgenza
Metta me in libertà. Esce.

La bellezza dell’opera di William Shakespeare è che è al contempo la più rappresentata di sempre e la più irrappresentabile. Quanto è difficile riuscire a cogliere davvero lo spirito, la musicalità, gli intenti originari? La ampiezza interpretativa è potenzialmente infinita, la polisemia di significati e segni lascia al lettore, al regista, allo spettatore uno spettro di possibilità combinabili e caleidoscopiche. Luca De Fusco approccia ad una delle ultime opere di Shakespeare, quella che per molti critici ha annunciato e preceduto di pochi anni il suo ritiro dalle scene elisabettiane: La Tempesta. Come tutto il corpus shakespeariano, questa play pone al regista e al pubblico una sfida, una molteplicità di approccio, un ventaglio di prospettive che la rendono insidiosa e meravigliosa. Credo sia, forse, la mia preferita, assieme al Macbeth e al Re Lear: giocare sulla pluralità e sulla indefinibilità, sugli interrogativi ed i simboli stabilendo e raccontando storie universalmente conoscibili e riconoscibili è tanto difficile quanto stimolante. E quale spunto, quale prospettiva ha scelto Luca De Fusco, per portare sul palco la sua ultima regia da direttore del Teatro Stabile di Napoli? Come ha deciso di salutare il suo teatro, che sotto il tocco della sua bacchetta da “mago” ha fiorito e trionfato negli ultimi otto anni? Egli ha scelto, come in molte sue regie, di assemblare immagini di bellezza e potenza, i suoi attori più cari (lo straordinario Eros Pagni nei panni del mago Prospero, la brava e bella Gaia Aprea nel doppio ruolo di Ariel e Calibano, Alfonso Postiglione nel ruolo di Trinculo, e ancora Paolo Serra, Alessandra Pacifico Griffini, Carlo Sciaccaluga, Francesco Scolaro, Gennaro Di Biase, Enzo Turrin, Silvia Biancalana, Alessandro Balletta) e altri artisti di magnifico talento e capacità, come Gigi Saccomandi al disegno luci, Alessandro Papa alle installazioni video, Ran Bagno per le musiche originali, Marta Crisolini Malatesta ai costumi. Il suo collaudo artistico crea una macchina perfettamente funzionante, in cui narrazione ed estro si amalgamano sul palco con ritmo sostenuto e costante, coinvolgendo lo spettatore in una vicenda conosciuta e magari già vista in modo nuovo, sorprendente per mente e occhio. Per i profani o per i neofiti, all’oscuro della storia di Prospero e Miranda, di Calibano e Ariel, Ferdinando e Alonso, Trinculo e Stefano, le scelte artistiche di De Fusco rendono chiara e comprensibile la trama, seppur ricca di riferimenti, accostamenti, simboli raffinati ed enigmatici. La meravigliosa scenografia fa da cornice all’azione impeccabilmente, ospitando al suo interno l’amore, la vendetta, lo stupore e la magia, il perdono e l’epifania del mago Prospero con grande affetto, quasi come un abbraccio. L’impronta registica è di un veterano, di un uomo di spettacolo che conosce il palcoscenico come Calibano conosce l’isola su cui Prospero e Miranda, padre e figlia, sono esuli e signori. E come Prospero, che alla fine dell’opera shakespeariana saluta e si affida a chi guarda, rinunciando alle sue illusioni, alla sua arte magica, anche De Fusco saluta il suo pubblico affezionato, che ha seguito la sua strada all’interno dell’ amatissimo teatro. Ma l’arte e gli incantesimi di Prospero dopo centinaia di anni continuano ad immergerci nella magia e così, sappiamo, accadrà anche a De Fusco, ovunque andrà.
Buona visione!

Sveva Di Palma

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La Redazione

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