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Dawson, se smetti di piangere ti regalo una liquirizia

Ed era luglio, faceva un caldo incredibile. Il condizionatore acceso e le membra stanche. Scrissi un’opera critica sulla commedia dell’attualità e mi inebriai del consenso delle genti le quali, inermi, non poterono far altro che darmi la mia meritata ragione.

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E lo presi, intascai quel consenso e le risa annesse, così, in quel caldo pomeriggio partorii l’opera denigratoria: Una mamma per amica

Eccomi qui, cari lettori. Vi parlo dal divano, mentre cerco il senso della vita in uno schermo che piange, e mi ripeto che non l’ho fatto davvero, no, non ho mai fatto il rewatch completo di Dawson’s Creek.

E invece sì, cavolo.

Oggi, miei prodi, sono pronta per la sfida: recensire la serie tv più, più… Bhe, non lo so.

Come vi raccontavo la scorsa volta, vedere una serie come questa con gli occhi di un adulto cambia la prospettiva e anche l’aspettativa, soprattutto quella di vita dopo che effettivamente ti rendi conto di cosa hai appena guardato.

Procediamo con la trama della vicenda:

Joey, Pacey, Dawson sono tre ragazzi di provincia che vivono una vita da adolescenti con amori, delusioni e crescita comune. Le loro vicende ci vengono raccontate tramite le esperienze di ognuno di loro e le esperienze che sempre tra di loro intercorrono, alla triade si aggiungono vari altri protagonisti come Jen, Jack, Andie, i genitori di Dawson e addirittura la zia di Joey. Un teen drama di sei stagioni e centoventotto episodi che ti dà l’impressione di essere parte della vicenda.

Questa è la situazione che lo spettatore si trova davanti. La me tredicenne, innamorata del dramma, innamorata della libertà e così volta a fuggire da una provincia che tanto appariva simile a Capeside, fremeva al pensiero di un bacio tra due dei protagonisti. Ora, però, prendiamoci le nostre responsabilità e apriamo gli occhi, la vicenda che vi ho raccontato è la maschera di ben altro e, come i miei amici dopo avermi sentito raccontarlo, anche voi, poveri ragazzi anni ’90, non sarete più in grado di vederla come prima.

Dawson’s Creek, dicevamo, è un dramma adolescenziale dove tre ragazzi palesemente maggiorenni che, però, si spacciano per quindicenni, affrontano i primi “sintomi” dell’età adulta.

Joey e Dawson sono amici da molto tempo, dormono insieme e vedono film a raffica e OVVIAMENTE non sono innamorati nemmeno un po’.

Joey non sogna assolutamente di strappare le mutande di Dawson a morsi tutte le notti, non sogna di comprare uno strap-on e finalmente farlo stare zitto e, sicuramente, non sogna di sposarlo facendo una cerimonia dove si servono cheeseburger.

Dawson, con la sua voce che lo fa sembrare sempre in procinto di piangere, ci ripete molteplici volte che vuole essere il novello Spielberg, ma, probabilmente, di Spielberg ha solo l’età.

Pacey è il mio personaggio preferito, maltrattato da tutti, ma, almeno, non frignone di livello mondiale, si innamora di tutte, ma sinceramente, come un vero quindicenne.

Nelle vite di questi ragazzi appare Jen, bionda quarantacinquenne che si spaccia per quindicenne e che viene dalla città dove solo le leggende più oscure sanno cosa abbia fatto. A letto dopo le 11.00 di sera, gonna con orlo sopra il ginocchio, cose da pazze scatenate, insomma.

Tutti sono innamorati di Jen, nessuno calcola Joey, oppure, tutti calcolano Joey e nessuno Jen e quando tutti calcolano Joey, Jen si arrabbia, ma quando Jen diviene desiderata, Joey si mette un vestito, scioglie i capelli e diventa la più bella di tutte.

Assolutamente poco sessista limitare l’attrazione a una gonna e un parrucchiere, non c’è che dire.

Ma la parte più succulenta nonché anima della vicenda è la diatriba amorosa tra Joey, Pacey, Dawson con intromissione di Jen, di Andie, di Jack e poi di personaggi inutili di stagioni inutili che nemmeno ci ricordiamo.

Va più o meno così:

Joey ama Dawson, Dawson ama Jen, ma poi, quando Joey inizia a farsi una vita, lui la ama, ma poi Jen è gelosa, allora entra un personaggio da fuori a sconvolgere tutto, ma poi Joey lo riama finché Pacey non si innamora di Joey e Joey non può amarlo perché Dawson potrebbe piangere. Allora Dawson fa un discorso filosofico a Joey dove, in realtà, si autoelogia e le fa sapere quanto sia felice per lei e le sue scelte. Alla fine Joey e Pacey si scelgono e tu piangi e piangi finché non ti rendi conto che stai diventando come Dawson e quindi decidi nel pieno delle tue facoltà mentali che per evitare che accada ciò, la soluzione è recarsi immediatamente da qualcuno che venda armi illegali e che possa venderti la pistola con la quale ti sparerai al piede sinistro per punirti.

Il nostro teen drama si conclude senza concludersi, ancora una volta con una Joey che si divide tra Dawson e Pacey per poi, alla fine, scegliere Tom Cruise e sposarlo senza poter indossare i tacchi.

E così mi sono rovinata un altro perno della mia esistenza, Dawson’s Creek ha perso la magia dell’amore e ha trovato le facce perplesse di una ventitreenne disturbata. Ancora oggi, però, aspetto che qualcuno mi regali un muro da dipingere…

Benedetta De Nicola

Benedetta De Nicola

Prof. di lettere, attivista fan Marvel da sempre. Ho fondato La Testata e la curo tuttora come caporedattrice e art-director.
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