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Nell’aria, ti scaccio ma ci sei

Tre piante da interno per depurare l’aria di casa nostra. Economiche, pratiche, belle da vedere.

Torni a casa e ti levi le scarpe sull’uscio.
Corri in bagno a lavarti le mani ancor prima di salutare il gatto.

Non fumi in casa. I pavimenti sono così puliti che riflettono più degli specchi. Friggere? Non sia mai!

Hai creato un ambiente indoor così ecologico che i panda vi verrebbero ad accoppiarsi volentieri e si eviterebbe così la loro estinzione. Eppure.
Adori il profumo dell’ammoniaca di primo mattino (semicit.), ma i tuoi polmoni un po’ meno. Lo schermo col quale stai leggendo questo prezioso articolo rilascia xilene: sembra il nome di una supereroina aliena, che però deriva dal pianeta benzene e forse forse non le combatte, le ingiustizie. Persino respirare può essere mortale (top ossimoro!), per il rilascio di monossido di carbonio che va a saturare l’aria nella stanza, a discapito dell’ossigeno.

Oltre a tenere aperte le finestre, soprattutto delle stanze in cui si è dormito o cucinato o sono state chiuse da tempo, per un buon ricambio dell’aria, e usare prodotti per la detersione quanto più naturali possibile, esistono dei validi alleati che sembrano fatti per decorare le nostre case e riciclare per bene l’atmosfera.

Tre piante da interno che hanno dalla loro parte solo lati positivi.

Sia chiaro: non ne esistono solo tre, ma ho personalmente scelto (non solo in questo articolo, ma anche per casa mia) una terna di piante che soddisfi i pollici meno verdi e gli interior-designer mancati, unendo quindi praticità a bellezza.

Epipremnum sp. / Scindaptus sp., per farla breve: il potos (o pothos), dall’Oceano Pacifico. Una pianta rampicante, che può quindi essere posizionata su una mensola in alto e lasciata scendere sulla parete, giocando sulla distribuzione delle fronde lungo il muro usando semplici chiodini da appoggio. Così da rampicante diventa cascante. Esistono circa una quarantina di specie diverse, e ognuna di esse presenta numerose varietà (nella S. aureus ci sono le “Marble queen”, con le foglie screziate di bianco, le “Golden Queen” invece le hanno gialle, ad esempio). La maggior parte ha le foglie a forma di cuore e tutte possono vivere con un’unica innaffiata settimanale (magari abbondante), anche riparate dalla luce, in mezzo ai fumi della cucina o ai vapori del bagno. Ottimo per eliminare dall’atmosfera grandi concentrazioni di monossido di carbonio. Meglio del filtro della cappa o del vortice.

Dracaena sp., la “femmina di drago”, genere prettamente africano tra cui spicca il tronchetto della felicità (Dracena fragrans) e la specie D. marginata, più comune ed economica. Non è raro trovarne altre (la D. draco, che fiorisce più facilmente del “tronchetto”, la D. sanderiana che ha fusto e foglie meno cicciotte, per citarne altre due), perché, anche in questo caso, il genere è ricco di specie, ma tutte accomunate dalla presenza di un fusto bello rigido e foglie a forma di lancia, essendo un genere a piante arbustive. Quindi la si pianta in un vaso e la si lascia in studio, così lo xilene rilasciato dal monitor del pc, dalla stampante e da altre apparecchiature elettroniche verrà prontamente succhiato via, in cambio di poca luce e poca acqua. L’assistente dei sogni.
– Per gli amanti delle piante da fiore, questa volta prendiamo due generi della stessa famiglia delle araceae (quindi 2 piante al prezzo di 1, venghino siori venghino): l’anturio (Anthurium spp., giunto a noi dalle foreste tropicali dell’America centro-sud) e lo spatifillo (Spathiphyllum spp., proveniente dall’America del sud e dalle Filippine). Entrambi i generi hanno il caratteristico “spadice”, quella sorta di spiga che si allunga dal centro del fiore. Messi in corridoio dopo aver realizzato un genocidio di acari a base di ammoniaca, aiutano a depurare l’aria e accogliere al meglio i propri ospiti: l’anturio ha i fiori a forma di cuore e spesso si vendono quelli rossi; lo spatifillo li ha a forma di conchiglia.
Innaffiare ben bene, ma una volta ogni tanto.

Tre piante da interno che miglioreranno la vita domestica davvero tanto.

Pratiche anche per chi è in grado di far seccare pure le piante finte.

 

Antonio Liccardo

 

Se le parole di Antonio ti hanno dato qualche spunto, allora leggi anche Sale sale, e fa male

La Redazione

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