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Festa di capodanno, tra astronomia e mitologia

di Carlotta Maschio

Cosa fai a capodanno?

Alzi la mano chi, almeno per una volta nella vita, avrebbe voluto fulminare solo con lo sguardo chiunque gli abbia posto questa domanda.

Si sa, capodanno è la festa vista da tutti come il momento massimo dell’anno in cui ci imponiamo di divertirci, di sembrare allegri e felici aspettando belli arzilli l’arrivo del nuovo anno. Perché, al contrario di quello che si dice, tutti noi in fondo speriamo che l’arrivo del nuovo anno possa portarci qualcosa di nuovo, di inaspettato o che magari ci porti finalmente alla realizzazione di qualcosa che progettavamo da tempo.

Togliamo quindi le pantofole a forma di peluche, indossiamo un bel vestito rosso fuoco, comprato proprio per le occasioni festive di una taglia in più, ed usciamo a festeggiare. Che sia una serata passata in discoteca piuttosto che una trascorsa tra amici o parenti a giocare a carte, tutti noi, sotto sotto, nell’arrivo del nuovo anno riponiamo le nostre speranze.

Tutto bello fin qui, ma vi siete mai chiesti da dove derivi l’usanza di festeggiare il nuovo anno? E soprattutto chi è che ha deciso che debba cominciare proprio il 1 gennaio?

Curiosità: l’origine nel calendario gregoriano risiede nell’esigenza della Repubblica di nominare il più velocemente possibile il console Quinto Fulvio Nobiliore per inviarlo nella Iberia celtibara e la Lusitania dove era scoppiata nel 153 a.C. una feroce sommossa capitanata da Virato. Così il Console venne nominato con tre mesi e mezzo in anticipo rispetto all’abitudine romana di nominare il Console il 15 di marzo.

Precedentemente all’entrata in vigore del calendario gregoriano, infatti, l’inizio del nuovo anno era fissato l’1 marzo, soltanto successivamente, grazie al Papa Gregorio XIII che lo introdusse nel 1582, divenne il calendario ufficiale di gran parte dei paesi occidentali. Per mettere a punto il calendario gregoriano furono usati i calcoli e le misurazioni dell’astronomo Niccolò Copernico che era riuscito a calcolare con esattezza sia l’anno tropico che quello siderale.

Il lavoro fu portato avanti grazie anche ai contributi del medico Luigi Lilio e ai matematici Giuseppe Scala e Ignazio Danti.

Ovviamente all’inizio della riforma ci furono molti casi di caos e confusione, anche perché vi era al tempo una grande quantità di paesi che utilizzava diverse date per indicare l’inizio del nuovo anno: in Inghilterra si celebrava il 25 marzo, in Spagna era invece fatto coincidere con il giorno della natività il 25 dicembre, in Sardegna l’1 settembre, tanto che in dialetto sardo, settembre viene detto “Caputanni” ovvero “Caput anni”, che in latino significa appunto “anno nuovo”.

Nel tempo poi, vari regimi politici, hanno istituito riforme del calendario. Durante il periodo fascista in Italia ad esempio, fu istituito il 28 ottobre, giorno della marcia su Roma, come giorno di capodanno, e questa modalità fu continuata fino alla caduta della Repubblica Sociale Italiana, il 25 aprile 1945.

Una menzione a parte merita invece il capodanno cinese. Oltre che in Cina, la festività è celebrata in molti altri paesi orientali, come la Corea, la Mongolia, Singapore, Vietnam e così via.

La differenziazione nasce dal fatto che il calendario cinese è lunisolare, quindi i mesi iniziano in concomitanza con ogni novilunio. La data di inizio del capodanno può variare quindi di 29 giorni, e dunque ricadere tra il 21 gennaio e il 19 febbraio del calendario gregoriano.

Secondo il calendario cinese, ogni anno è contrassegnato da un segno animale e da un ramo terrestre, che vanno a costituire un ciclo di 12 elementi e il capodanno determina per l’appunto il passaggio da uno all’altro di questi elementi.

Stando però alla mitologia, l’origine della festa del capodanno deriva da un’antica leggenda, secondo la quale nei tempi antichi viveva in Cina un mostro chiamato Nian. Il Nian era solito uscire dalla sua tana ogni 12 mesi per mangiare esseri umani. L’unico modo per sfuggire al mostro era quello di spaventarlo ogni 12 mesi, con fuochi d’artificio, canti, strepitii e soprattutto con il colore rosso.

La Redazione

Ciao! Sono la Redazione de La Testata – Testa l’informazione. Quando non sono impegnata a correggere e pubblicare articoli mi piace giocare a freccette con gli amici.
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