L’altra faccia dello stalking: la manifestazione d’amore più bella che ci sia
di Francesca Caianiello
Stalking: sostantivo (pronunciato IPA: /’stolking/ in italiano)
Insieme di comportamenti persecutori ripetuti e intrusivi, come minacce, pedinamenti, molestie, telefonate o attenzioni indesiderate, tenuti da una persona nei confronti della propria vittima. Il termine stalking, e quindi stalker, deriva dal verbo to stalk nel significato di “camminare con circospezione, furtivamente”.
Questo è lo stalking. Lo stalking penalmente perseguibile, quello di cui si sente tanto parlare.
Voglio qui mostrare un’altra sfumatura del termine stalking. Lo stalking lecito, quello autorizzato, quello che non lede le altre persone.
Ciò che voglio analizzare è quello che la maggior parte degli utenti del mondo social fa una volta messosi a letto: lo stalking serale – e non solo.
Il mondo virtuale ci ha ormai risucchiati tutti, Facebook, Instagram, Twitter, WhatsApp, Tumblr, Telegram, Viber sono tra i maggiori social usati. Grazie a essi, con le continue pubblicazioni di post e storie, non è nemmeno poi tanto complicato tenere sotto controllo qualcuno. Se la storia non è pubblicata dal soggetto che richiama la nostra attenzione, basterà visualizzare quelle dei suoi amici per scoprire se sia con loro.
Per non parlare poi dell’ultimo accesso di WhatsApp, se la nostra povera vittima sia online o se abbia visualizzato il nostro ultimo messaggio senza rispondere!
E se non ha gli accessi su WhatsApp? Controlliamo quelli di Facebook! Chi, una volta preso il suo Smartphone in mano, non fa il giro di tutti i social prima di metterlo di nuovo in tasca? O avete fatto caso a tutte quelle persone che il telefono in tasca non lo mettono mai, ma girano tenendo il telefono perennemente in mano?
Ma io voglio sensibilizzare la figura dello stalker. Lo stalker buono.
Lo stalker buono lo riconosci subito: è quello che non fa ricerche moleste e disoneste per scoprire ogni cosa della vita di chi gli interessa. O meglio, le fa. Ma le fa senza arrecare danno.
Lo stalker buono è romantico, è di altri tempi. Non ti molesta. Semplicemente ti osserva finché non ti innamori di lui. Ma quando ti innamorerai… lui saprà già tutto della tua vita! I consigli sono semplici, quasi scontati.
Come si diventa un bravo stalker?
Punto primo, per avere una tecnica che lascia spazio a pochi errori bisogna essere sinceramente interessati alla persona che si stalkera. Se non si prova un interesse profondo e sincero qualche dettaglio sfugge. È inevitabile.
Una volta accertato di essere sinceramente e lucidamente disposti a farsi rovinare l’esistenza dallo scoprire il passato, ma anche il presente dell’oggetto dei nostri desideri, può avere inizio lo stalking.
Stalking è tante cose. Stalking social, come controllare posizione, foto, post. (Ricordo di una mia amica che la mattina d’estate sceglieva la spiaggia dove andare in base a dove taggava la posizione la persona che le interessava).
Vi è poi lo stalking nell’ascoltare i discorsi, quando il nostro soggetto parla con altri. Magari lasciare il registratore audio del cellulare in funzione e poi sbobinare il tutto una volta a casa, nemmeno fosse una lezione universitaria.
Presentarsi casualmente poi allo stesso bar o alla stessa serata. Proprio casualmente come se non si fossero passate ore a scoprire gli spostamenti.
Vi è poi lo studio accurato dei likes messi e ricevuti, con tanto di bilanci e previsioni. È una vera e propria arte, da padroneggiare con classe e nonchalance.
Si può poi essere fieri del proprio operato quando ci si finge sorpresi davanti alle bugie delle nostre vittime, conoscendo invece benissimo la verità, o ancora, quando si riesce a resistere all’istinto di dire che ciò che ci viene raccontato è qualcosa che conosciamo già. NB: essere dei bravi attori contribuisce positivamente alla propria performance.
A ogni modo lo stalking può portare tante soddisfazioni, ma vorrei dare luce alla figura dello stalker, proprio perché il più delle volte è destinato a notti tristi e insonni. Quante volte nel cuore della notte con il telefono tra le mani abbiamo navigato ininterrottamente sul profilo della persona a cui più teniamo scoprendo cose che ci hanno fatto male. Quante volte abbiamo sofferto per la mancanza di sincerità da parte dell’altro?
Personalmente nella mia vita ho stalkerato in modo folle.
Ho scoperto indirizzi, matricole universitarie, orari delle lezioni, ex della persona che mi interessava analizzando solo la frequenza degli scambi di likes tra i due. Ho utilizzato tecniche di stalkeraggio davvero raffinate. Ho visto anche cose che però mi hanno ferita, che mi hanno toccata nel profondo facendo sì che dormissi male, o che non dormissi.
A oggi credo di poter affermare con certezza che lo stalking, quello fatto bene, sia tra i principali motivi di lite fra le coppie.
Vorrei sensibilizzare la figura di noi insicuri notturni, che timorosi che i rapporti che abbiamo intrecciato possano farci soffrire ci procuriamo il male cercandolo con le nostre mani. La vita scorre veloce e noi siamo impegnati a stalkerare, quando invece, se posassimo i telefoni, potremmo anche vivere in modo più spensierato e sereno le nostre vite e le nostre relazioni.
Ci penso spesso, ma poi mi ricordo sempre che stalkerare è la manifestazione d’amore più bella che ci sia!