Intrattenimento

“This is America”: come nascondere il sangue con l’intrattenimento

Trump, la black community, la libertà di circolazione delle armi, la trap music e l’intrattenimento…

Donald Glover aka Childish Gambino torna sulla scena musicale con un capolavoro dell’hip-hop: “This is America”.

Il video musicale uscito il 5 maggio 2018 è una potentissima denuncia al clima socioculturale della comunità afroamericana ai tempi di Trump.
Secondo l’artista Childish Gambino, in collaborazione con il regista Hiro Murai, l’America nasconde il sangue della comunità afro con l’intrattenimento e la tensione al consumismo occidentale.

Come ci illustra tutto ciò?

Nel video, mentre Donald Glover balla e attira la nostra attenzione con dei balli tipici sudafricani (la Gwara Gwara), scene di violenza e anarchia si sviluppano sullo sfondo, senza che nessuno se ne accorga.
Il protagonista alterna momenti di ilarità con momenti di fredda e spietata violenza, come quando uccide un uomo incappucciato imitando la posizione di Jim Crow (famoso personaggio utilizzato nelle canzoni per deridere gli afroamericani).
Gli atti di violenza compiuti dal personaggio sono solamente dei riferimenti a fatti realmente accaduti negli ultimi anni a causa della libertà di circolazione delle armi e della silenziosa violenza compiuta dai bianchi nei confronti delle comunità afro.
Il brano contiene molte citazioni di frasi appartenenti allo slang della trap americana: dall’invito all’uso e spaccio di droghe all’esaltazione del consumismo delle griffe (Gucci, in particolar modo).

Qual è quindi il messaggio finale?

Semplice. Da anni l’America ci attrae per tutto ciò che concerne il mondo dell’intrattenimento, dal cinema alla musica yankee, nascondendo abilmente quella che è la realtà dei fatti: che la violenza dilaga.
E come sempre, a farne le spese sono sempre le minoranze, in questo caso gli afroamericani, che subiscono ancora oggi discriminazioni razziali e trattamenti violenti da quelle istituzioni che dovrebbero garantirne l’incolumità in quanto cittadini effettivi dell’US, a prescindere dal loro colore.
Il “sogno americano” non è la bella moglie, la casa, i due bambini e il cane… Nessuno vuole ammettere che le armi sono il vero emblema della cultura americana, soprattutto dopo le decisioni di Donald Trump, decisioni che non hanno fatto altro che alimentare una spirale di violenza gratuita sempre esistita in America.
L’opinione pubblica sul fascino della cultura afro inizia e finisce con l’hip-hop e i balletti etnici sudafricani;  stesso pubblico che volta lo sguardo quando quegli stessi afroamericani vengono uccisi e derisi dalle forze dell’ordine. La musica trap, l’arte e l’intrattenimento cinematografico basato sulla vita della comunità afro non fa altro che distrarci dalla vera condizione di vita di questi ultimi, proponendoci scenari spensierati e pieni di vitalità, come esposto ironicamente in tutto il video.

“This is america, don’t catch you slippin’ up”, che tradotto sarebbe: “Questa è l’America, non cadere in errore.”

Insomma, questa è l’America, non pensare che sia quella dei film.

Antonio Alaia

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Antonio Alaia

Antonio Alaia, o semplicemente ALAIA, nasce contro la sua volontà intorno al 1998. Da allora si trascina tra licei, università e uffici in attesa della fine; nel frattempo scrive di cinema, sociale, politica e tutto ciò che ritiene sia interessante e che possa avere anche il minimo impatto sulla società che lo circonda.
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