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La prigione della Biblioteca dei Girolamini

di Valentina Febbraro

La presentazione di una nuova edizione del “De Monarchia” di Dante come occasione per vivere l’affascinante atmosfera della Biblioteca dei Girolamini di Napoli.

Il 20 Ottobre 2017, presso la Biblioteca dei Girolamini di Napoli, si è tenuto un convegno per presentare la nuova edizione critica del “De Monarchia” di Dante curata da Diego Quaglioni, prestigioso studioso del diritto e del pensiero politico medievale e moderno.

La presentazione è stata aperta da numerosi nomi autorevoli delle istituzioni pubbliche napoletane, erano presenti, infatti, Gaetano Manfredi, rettore dell’ateneo federiciano, Lucio De Giovanni, Edoardo Massimilla, direttori rispettivamente dei Dipartimenti di giurisprudenza e di Studi umanistici, Nino Daniele, assessore alla Cultura del Comune di Napoli, e Giovanni Melillo, procuratore della Repubblica di Napoli sotto la cui tutela è posta la Biblioteca dei Girolamini. Inoltre era presente Raffaele De Magistris, direttore della Biblioteca Statale Oratoriana dei Girolamini.

La meravigliosa biblioteca, fondata nel 1586 e quindi la più antica di Napoli, seconda in Italia solo alla Biblioteca di Cesena, nel 2012 fu oggetto di un vero e proprio “scandalo culturale”: il precedente direttore, Massimo De Caro, fu infatti arrestato per la vendita illegale di molti volumi e manoscritti presenti nella Biblioteca.
Ad oggi, dopo aver affrontato il processo, si trova agli arresti domiciliari per una pena di 7 anni, interdetto perpetuamente dai pubblici uffici.

Presenziando al convegno, abbiamo avuto modo di osservare uno dei luoghi più belli e misteriosi di Napoli. L’incontro si è  tenuto nella “Sala Vico”; pare, infatti, che Giambattista Vico fosse un assiduo frequentatore della Biblioteca.

È stato possibile osservare da vicino il Manoscritto duecentesco Filippino 216 contenente un’edizione della “Divina Commedia” Dantesca riccamente miniata.

La biblioteca custodisce circa 159.700 titoli, tra cui 94 incunaboli, 5.000 cinquecentine, numerosi manoscritti, di cui circa 6.500 riguardanti composizioni e opere musicali dal XVI al XIX secolo. Dal punto di vista economico e culturale, il valore di tali volumi è inestimabile.

Abbiamo avuto il piacere di parlare con una delle bibliotecarie, la quale ci ha raccontato di essere terribilmente risentita per gli eventi accaduti diversi anni fa e che, ancora oggi, dopo 5 anni, si ripercuotono sulla Biblioteca.

Un luogo meraviglioso tenuto lontano dagli occhi e dal cuore di tanti napoletani, soprattutto di studenti, ma anche di turisti!

Ci ha, inoltre, raccontato di come molti dei manoscritti venduti illegalmente da De Caro, precisamente 3500, siano stati poi ritrovati dai carabinieri sparsi in tutto il mondo e, ora, posti sotto custodia della biblioteca poiché costituiscono prova del reato commesso dall’ex direttore e, quindi, non possono ancora riprendere posto sugli scaffali.

Pare, inoltre, che solo per alcuni di essi, De Caro abbia intascato un anticipo di 900 mila euro. La donna, amareggiata per l’ormai lunghissima chiusura della Biblioteca, ha infine affermato: «Sembra quasi che siamo noi quelli in prigione, chiusi per non si sa quanto».

È assurdo che un luogo così splendido, ornato con meravigliosi dipinti e affreschi, con simmetrici scaffali in legno pregiato che racchiudono secoli di storia, sia ancora interdetto al piacere dei visitatori.

Sporadicamente vengono organizzate delle giornate open day, durante le quali è possibile ammirare tutta la straordinaria ricchezza della Biblioteca e del Chiostro dei Girolamini. Se doveste avere la fortuna di saperlo in tempo, non lasciatevi scappare questa perla tutta napoletana!

 

La Redazione

Ciao! Sono la Redazione de La Testata – Testa l’informazione. Quando non sono impegnata a correggere e pubblicare articoli mi piace giocare a freccette con gli amici.
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