Primo PianoCinema e Streaming

Un articolo sul nulla

di Federica Auricchio

Quante volte, mentre eravate con amici, parenti, fidanzati a chiacchierare, prendere un caffè o mangiare, nel bel mezzo della serata, il vostro pensiero ha iniziato a volteggiare nei meccanismi sconosciuti della mente? Quante volte vi hanno posto la fatidica domanda “A cosa stai pensando?” e, un po’ perplessi, avete risposto “A nulla”? Sicuramente in ogni occasione vi è stato detto “Non si può pensare al nulla!”. Ma è veramente impossibile ciò?

Il nulla

Oscar Wilde, con uno dei suoi taglienti aforismi, sostiene “Amo molto parlare di niente è l’unico argomento di cui so tutto”. Voi avete mai pensato al nulla? Per la grammatica italiana “nulla” è un pronome indefinito, che strana cosa, già a questo livello è impossibile da precisare. I dizionari etimologici ci dicono che proviene dal latino “nūlla”, neutro plurale di “nullus, a, um” cioè “nessuno”. Concettualmente suggeriscono che non è alcuna cosa quindi che si tratta del contrario di tutto.
In fondo chiunque conosce la lezione tramandata da Parmenide, quella secondo cui il non essere non è, e quindi fuori dall’essere non può esistere alcunché. Per questo alla nostra risposta “nulla” ogni volta si ribatte che è impossibile. Si può pensare a qualcosa che non è?

Il nulla quotidiano

Eppure ormai questa parola fa parte dell’uso quotidiano. Quante volte al “Grazie” di una persona aiutata abbiamo risposto con la locuzione “Di nulla!”, formula di cortesia che spesso sostituisce il più famoso “Prego”? Quante altre volte alla domanda “Cosa è successo?” di un nostro caro amico, che ci ha visti un po’ pensierosi, abbiamo risposto “Nulla”? Questo vocabolo viene usato per indicare “Niente di rilevante, di importante”, per dire: “Sì, ero assorto nei miei pensieri ma non c’è nulla che mi agiti, niente che mi preoccupi, stavo solo distaccandomi dalla realtà”. Paradossalmente questa piccola parolina di cinque lettere, che è proprio il contrario di tutto ciò che è, diventa sempre più presente nella nostra quotidianità.

Il nulla letterario

Il nulla è molto frequente anche nella letteratura. Isaac Asimov scrive proprio un racconto di fantascienza, Blank!, Nulla!, dove uno scienziato, al termine di uno dei suoi esperimenti sui viaggi nel tempo, persuade un collega a seguirlo in uno di questi nella macchina del tempo che ha realizzato. A un certo punto i due viaggiatori si trovano bloccati in uno strano spazio dove non c’è nient’altro che il nulla. Senza andare troppo lontano geograficamente, abbiamo un nostro connazionale, Eugenio Montale, che scrive questi famosissimi versi “Forse un mattino andando in un’aria di vetro, arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo: il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me, con un terrore di ubriaco. Poi come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto alberi case colli per l’inganno consueto. Ma sarà troppo tardi; ed io me ne andrò zitto tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto”.

Montale ha scritto questa poesia inserendo una riflessione proprio sul nulla. Il poeta apre il componimento immaginando che un mattino, camminando in un’aria tersa, girandosi, troverà alle proprie spalle il vuoto, il nulla che fa parte della vita, con tutte le sue sofferenze.
Una volta avvenuto ciò, però, egli si sentirà incerto come un ubriaco, perché davanti a sé troverà uno scenario nuovo, inconsueto. Queste sensazioni sarebbero però destinate a durare poco, in breve tempo incontrerebbe di nuovo con i propri occhi tutte le illusioni che la vita mette davanti a chiunque. Rispetto agli altri lui avrebbe già sperimentato e conosciuto il nulla, per questo, anche lasciandoselo alle spalle, capirebbe che le cose intorno a lui sono solo illusioni. La poesia mostra quindi una realtà immaginaria in cui chiunque si imbatte giornalmente. Ma questo segreto è meglio non rivelarlo, perché è una verità troppo dura e amara per essere accettata dagli uomini.

Riflettendoci verrebbero in mente altre opere o semplicemente contesti quotidiani dove questo concetto è presente. Quindi provateci, scrivetene, è facile definire e dare forma a tutto, ma è lo è altrettanto con il nulla? Ponetevi questa domanda: cos’è? Perché esiste qualcosa e non il nulla? Perché riusciamo a concepirlo, a pensarlo e a parlarne nonostante sia qualcosa che non c’è? Queste sono domande che invitano alla riflessione, in fondo, come dicono i proverbi “Riflettere è quello che c’è di meglio nell’uomo”.

 

 

La Redazione

Ciao! Sono la Redazione de La Testata – Testa l’informazione. Quando non sono impegnata a correggere e pubblicare articoli mi piace giocare a freccette con gli amici.
Back to top button