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DaDizioni – Ripetizioni ai tempi della Dad: Luigi Pirandello

Luigi Pirandello si è fatto interprete del disagio esistenziale dell’uomo novecentesco, guadagnandosi un posto di rilievo tra gli intellettuali più significativi del secolo.

Nacque il 28 giugno 1867 ad Agrigento, da famiglia borghese.

Il retroterra siciliano conservatore e fortemente cattolico è la chiave per capire la sua personalità schizofrenica e sessofobica.

Per approfondire la sua vita e il suo carattere, consigliamo Biografia del figlio cambiato di Andrea Camilleri, il quale era imparentato con Pirandello.

Per quanto riguarda gli studi, la sua storia accademica fu travagliata: dopo il diploma classico, si iscrisse all’Università di Palermo, poi passò alla Facoltà di Lettere a Roma e, infine, a causa di contrasti con un professore, si stabilizzò e si laureò a Bonn.

Nel frattempo aveva già cominciato a scrivere, ma solo dal 1892 si dedicò completamente alla sua passione letteraria, quando si stabilì a Roma e strinse rapporti con il mondo culturale romano, collaborando con importanti riviste, come il Marzocco.

Nel 1893 scrisse il suo primo romanzo: L’esclusa, pubblicato nel 1901.

Nel 1894 si sposò con Maria Antonietta Portulano, da cui ebbe tre figli.

Nello stesso anno diede alle stampe la prima raccolta di racconti (Amori senza amore) e cominciò la sua carriera da insegnante.

Il 1903 fu un anno durissimo: l’azienda paterna rovinò, trascinando Pirandello in una grave crisi finanziaria e domestica, visto il contemporaneo allontanamento dalla moglie.

Maria Antonietta, che già soffriva di disturbi psichici, non resse il colpo e si aggravò al punto da dover essere rinchiusa in un manicomio nel 1919. Pensate che arrivò addirittura ad accusare Pirandello di rapporti incestuosi con la figlia Lietta.

Pirandello allargò la sua produzione anche al mondo del palcoscenico.

Cominciò nel 1910 con la transcodificazione di due sue novelle (Lumièe La morsa). Nel 1925, decise di abbandonare l’insegnamento per fondare una sua compagnia teatrale.

La scelta pagò: nel 1934 fu premiato con il Nobel proprio per la sua arte scenica.

Purtroppo poté godersi il riconoscimento per poco: si spense il 10 dicembre 1936.

In breve, i punti essenziali del suo pensiero sono:

  • Realtà = illusione. Sull’onda della teoria della relatività di Einstein e sulla conseguente crisi del positivismo, Pirandello afferma che non esiste una realtà oggettiva e che tutto ciò in cui crediamo è una creazione illusoria dell’io.
  • Dicotomia forma/vita. Pirandello, influenzato dalla teoria dello slancio vitale di Bergson, elabora la concezione vitalistica della vita.

La vita è perpetuo movimento, flusso incandescente e magmatico di stati in divenire. Tutto ciò che si stacca dal flusso, si cristallizza in una forma, irrigidendosi fino a morire.

  • Disgregazione dell’io. Come recita una delle sue opere maggiori, siamo “Uno, nessuno e centomila”. Per influsso della nascente psicanalisi e del pensiero dello psicologo Binet, l’io risulta scisso in mille personalità differenti in base alla percezione soggettiva di chi lo osserva.
  • Società = trappola. La società è un enorme “pupazzata”, artificiosa e fittizia, in cui tutti recitano una parte. Le convenzioni imposte dalla società sono le forme che tentano di imbrigliare il libero flusso vitale.
  • Incomunicabilità. Dal momento che la realtà è multiforme e soggettiva, anche il linguaggio lo è. Per tanto, non ci può essere comprensione tra gli uomini perché ognuno riempie le parole con il proprio significato.
  • Umorismo. Pirandello ne parla in un saggio del 1908. L’umorismo sdoppia la realtà in due: “avvertimento del contrario” (il momento in cui un fatto insolito scatena il riso) e “sentimento del contrario” (la fase di comprensione e di riflessione profonda su ciò che si nasconde davvero dietro una situazione apparentemente buffa).

La sua produzione è molto vasta, ma proviamo quantomeno a schematizzare le opere principali.

 

Novelle

Pirandello scrisse novelle per tutta la vita. Nel 1922 diede loro una sistemazione globale in ventiquattro volumi, col titolo complessivo di Novelle per un anno. Mentre era in vita ne furono pubblicati solo quattordici, più il postumo Una giornata.

Il corpus comprende una tale molteplicità di situazioni e di personaggi che, secondo i critici, riflette la visione disorganica, caotica e frammentaria che lo scrittore ha del mondo. Giusto per citarne un paio famose: Il treno ha fischiato, La trappola.

Il teatro

La raccolta Maschere nude  racchiude la produzione drammaturgica pirandelliana. La prima edizione fu pubblicata nel 1918. I drammi sono quasi tutti trasposizioni delle precedenti novelle.

Il titolo è esplicativo: l’autore affida al teatro lo smascheramento delle ipocrisie della società. Il dramma più famoso, con il quale ha raggiunto il successo mondiale, è Sei personaggi in cerca d’autore(1921) che rientra a sua volta nella “trilogia del meta teatro” insieme a Ciascuno a suo modo e Questa sera si recita a soggetto.

Si possono individuare diverse fasi nella sua attività teatrale:

  • Teatro dialettale
  • Teatro grottesco
  • Teatro nel teatro
  • Teatro dei miti

 

Romanzi

Pirandello ha scritto sette romanzi. Il primo è L’esclusa, segue Il turno, Il fu Mattia Pascal, I vecchi e i giovani, Suo marito, I quaderni di Serafino Gubbio operatore  e Uno, nessuno, centomila.

I più importanti sono:

  • I quaderni di Serafino Gubbio operatore . Pubblicati nel 1916 con il titolo Si gira… furono riediti nel 1925 con il titolo attuale. Attraverso il diario di Serafino, operatore cinematografico, si riflette sulla negatività della nuova tecnologia cinematografica.
  • Uno, nessuno,centomila (1926)

Il protagonista è Vitangelo Moscarda. Un giorno la moglie gli fa notare di avere il naso storto, particolare di cui non si era mai accorto, e da allora, va in crisi la sua intera esistenza, perché si rende conto di non essere per gli altri quello che credeva. Commette una serie di atti folli per decostruire l’immagine che hanno gli altri di lui, finché non diventa un forestiere della vita, facendosi rinchiudere in un ospizio. Il romanzo è incentrato sul tema della disgregazione dell’io.

  • Il fu Mattia Pascal (1904). E mica lo abbiamo dimenticato! Anzi, dedichiamo a questo romanzo un approfondimento a sé stante.

 

Giusy D’Elia

 

Fonte schemi http://mapper-mapper.blogspot.com/2012/02/luigi-pirandello.html

 

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La Redazione

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