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Super figo di Bel-Air, ma davvero sei morto?

Sono le due del mattino.

Fuori piove e io non riesco a dormire.

Troppo sveglia per provare a chiudere gli occhi sperando che Morfeo mi grazi, e allo stesso tempo troppo stanca per leggere.

Mi decido, apro Netflix. Troverò qualcosa di breve, mi dico, magari di una ventina di minuti, giusto il tempo di stancarmi gli occhi e conciliare il sonno, spero.

Faccio l’accesso, scorro il menù, guardo quello che Netflix ha da offrire. Niente che mi interessi, penso, ma all’improvviso eccola, LA vera serie degli anni ’90, Willy, il principe di Bel-Air.

Non ci penso due volte e la metto su. Canto in mente tutta la sigla senza sbagliare una parola. Me la gusto tutta e in un batter d’occhio sono già le quattro del mattino e allora chiudo gli occhi, piena di ricordi tra le ciglia.

Non c’è niente da fare. Ci sono serie che non tramontano mai e questa è una di quelle che nonostante siano passati trent’anni dalla prima messa in onda, è ancora oggi è una delle sit-com più amate degli anni ’90.

Willy, il principe di Bel-Air – la serie che ci ha fatto conoscere il talento del fenomenale Will Smith, – è stata una delle serie più seguite e chiacchierate di sempre.

Ma tra le tante chiacchiere e leggende che questa serie ha suscitato ce n’è una in particolare che ha attirato la mia attenzione e che potrebbe fornirci una nuova chiave di lettura.

E se Willy nella serie fosse sempre stato morto e Bel-Air fosse in realtà il paradiso?

Lo so, è una teoria talmente assurda che pensare invece che Mike Buongiorno è in realtà vivo e vegeto ci sembra quasi più fattibile e reale, ma forse l’ipotesi non è del tutto da scartare.

Ad accendere la lampadina riguardante questa presunta morte di Willy pare sia stata proprio la sigla iniziale. Purtroppo nella traduzione italiana molte sfumature del testo vengono a perdersi ma analizzandolo, beh…

Ma partiamo dal principio.

Il 10 settembre del 1990, Willy, un ragazzo cresciuto nei pericolosi e malfamati quartieri di Philadelphia, dopo una rissa finita male, viene spedito dalla madre nella ricca Bel-Air a Los Angeles presso la casa della sorella Vivian e del marito Philip, con la speranza che crescendo lontano dal ghetto, possa avere un futuro migliore.

Dal momento poi in cui Willy mette piede nella nuova città, con i cugini Hilary, Carlton e Ashley, darà il via a una serie di stravaganti avventure che c’hanno fatto sbellicare dalle risate.

Ma, la domanda che sorge spontanea e che si sono posti in molti è: non è stata un po’ esagerata la reazione della madre che per una semplice rissa, tra l’altro neppure rara in quel di Philadelphia e neppure cosa nuova al nostro Willy, decide di spedirlo così lontano da casa? E soprattutto, come mai va a trovarlo così raramente considerando che abita anche con la sorella?

La risposta, secondo alcuni, pare si trovi proprio nella sigla iniziale.

La sigla in lingua originale canta: “one little fight and my mom got scared, and said you’re movin’ with your auntie and uncle in Bel-Air”. All’imposizione della madre, Willy si oppone e ci racconta di come “l’ho pregata, scongiurata” di non lasciarlo andare ma alla fine prende il suo walkman e pensa “might as well kick it” che nella traduzione italiana viene tradotto con “qua meglio sgommare”. In realtà però, la formula “kick it”, in slang, deriva da “kick the bucket” che può avere diversi significati come “filarsela con stile” o anche “morire”.

Dando per buona questa chiave di lettura, si presume quindi che la rissa in cui Willy è stato coinvolto, ha avuto delle conseguenze terribili al punto tale che i sostenitori di questa tesi hanno ipotizzato che Willy fosse in realtà in coma e che dopo aver lottato, la mamma gli da un bacio, gli fa le “valigie” e lo saluta per sempre mandandolo insieme ai suoi parenti di Bel-Air in una sorta di paradiso.

Willy quindi non può fare altro che “kick it” e dunque, arrendersi e morire.

Quando lo vediamo salire sul taxi che lo porta dritto sulle tanto desiderate colline californiane, probabilmente è una metafora velata del viaggio che lo condurrà in questa nuova vita dopo la morte. E a confermarlo ci sarebbe anche la strofa del testo che dice: “I looked at my kingdom\I was finally there\To sit on my throne as the Prince of Bel Air”.

La parola “kingdom” è un termine inglese che sta ad indicare il Regno di Dio, meraviglioso e ricco di pace – fatto che comunque può alludere anche semplicemente alla ricchezza e al conseguenziale benessere che la sua nuova vita può offrirgli e che è molto diversa da quella precedente vissuta a Philadelphia – dove effettivamente Willy può essere il re.

Nonostante la tesi sia accattivante, non è mai stata confermata dai creatori o dallo stesso Will Smith. Oltretutto poi, sembra quanto mai assurdo che siano morti tutti i Benks in un colpo solo.

Probabilmente non avremo mai risposte a riguardo. Quel che sappiamo però è che nonostante il tempo, Willy, il super figo di Bel-Air, non morirà mai.

Adele De Prisco

Vedi anche: HIMYM: Ted, parliamo del finale

La Redazione

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