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“L’amore spiegato” di Orator18, ovvero come tentare di dare un senso al sentimento 

Le 7 emozioni dell’amore è il titolo del nuovo libricino del blogger Orator18: una raccolta concettuale di pochi versi, corredati da brevi interpretazioni in prosa, incentrati sui principali momenti evolutivi del sentimento amoroso.

Dall’euforia alla gelosia, dalla perdita al ritorno della passione: un viaggio di sette capitoli e poche pagine tra le trepidazioni e lo stupore di un uomo innamorato.

“Il problema è iniziare, / ma se scrivo di voler iniziare / vuol dire che ho già iniziato. / Sei tu a muovere il mare”: con questi pochi e incisivi versi si apre la raccolta di rime e prose dello scrittore emergente Orator18, già blogger e life coach sui social network, intitolata Le 7 emozioni dell’amore.

Titolo tanto lineare ed esplicativo quanto semplici sono i sette prosimetri (insieme di versi e di spiegazioni in prosa degli stessi) attraverso cui il volumetto si articola. Ciascuna delle sette sezioni della raccolta ha, infatti, l’intenzione di descrivere poeticamente i passaggi salienti della fenomenologia dell’innamoramento, i quali vengono poi snocciolati nei loro micro momenti evolutivi attraverso il mezzo discorsivo della prosa.

L’intento motivazionale del libriccino è evidente: come per iniziare a scrivere, a decidere di mettere nero su bianco i propri sentimenti e sensazioni, così è necessario una altrettanto grande forza di volontà per “muovere il mare” del proprio ego e per spostarlo nella dimensione dell’altro, della persona verso cui il nostro desiderio è indirizzato. La resa, tuttavia, catapulta il lettore in uno scenario talvolta eccessivamente naif, quasi come se l’autore avesse tramutato in parola scritta una sessione di life coaching – ambito in cui peraltro è un esperto – senza però ricorrere prima al filtro della forma, al labor limae dello stilema poetico e narrativo. A ogni modo, non è detto che l’immediatezza discorsiva e linguistica si riveli necessariamente un ostacolo alla lettura e alla fruizione dei testi. Le prime due “emozioni” a governare il processo dell’innamoramento secondo il nostro autore sono infatti il romanticismo e la sintonia, la spensieratezza: dai “primi amori non ancora ben definiti”, dominati da idealismo e aspettative, si passa a un tipo di sentimento, anche e soprattutto di stampo amichevole, che fa accrescere una “inebriante energia” vitale e riconnette alla realtà. Le scelte espressive usate per la descrizione delle sopracitate forme di innamoramento sembrano in questo senso piuttosto adatte alla loro comprensione e a introdurre il lettore nel discorso, soggettivo e concettuale, senza però spaesarlo.

La terza e la quarta emozione sono invece quasi compenetranti, e appartengono allo stesso modo al momento idilliaco del primo innamoramento: la sorpresa di “aver trovato qualcosa di simile a te nel mondo confuso che c’è fuori” e la piacevole confusione che deriva dall’essersi ritrovati finalmente in perfetta sintonia, fisica e mentale, con un altro essere umano. È solo con la quinta e la sesta emozione che si inserisce nel discorso dell’autore la pars destruens della sua personalissima educazione sentimentale. Non è infatti un caso che alle sette emozioni scelte a rappresentare l’amore umano facciano eco i sette vizi capitali della tradizione cristiana: al quinto posto ritroviamo la lussuria, il desiderio sessuale che si accompagna inevitabilmente all’ossessione, al mistero e all’insaziabilità. Ma che, inevitabilmente e secondo il più classico dei clichés amorosi, sfocia poi nella pulsione di morte con la rabbia fisica, la passione distruttiva. “Ti parte come una freccia che è stata scoccata da lontano, ma ti becca diretto in petto. E tu ti accasci davanti a questo dolore inerme senza alcun potere inizialmente perché inaspettato e contro il tuo volere”: che lo scontro sia parte integrante di una relazione, Orator18 lo sa bene, e tenta di rincuorare il lettore/innamorato come può, anche mettendo a nudo le sensazioni di cui ha fatto esperienza in prima persona.

Sorprende invece l’ultimo capitolo della raccolta, che contrariamente a quanto ci si aspetta non si apre in un felice e risolutivo epilogo bensì mette a fuoco un sentimento piuttosto borderline rispetto ai veri e propri confini temporali ed emotivi di un rapporto: la nostalgia per la fine di una relazione. Tuttavia, le velleità da “guru della good wave” del nostro autore non gli permettono affatto una chiusa priva di positività e conforto: “l’importante è saper chiedere perdono”, scrive Orator nei suoi versi, consapevole che la fine di una storia aiuti ad accrescere il bagaglio di esperienze e di competenze sentimentali e umane di ogni innamorato. L’ultima quartina apre alle conclusioni dell’autore: “E nel cercar l’Amore / ti perdi principalmente tu. / Ogni volta che ti perdi nei colori / ti innamori sempre più”. L’interpretazione successiva dei brevi versi non lascia scampo a incomprensioni: “In fin dei conti, la vita ama tutti e nessuno viene meno amato da essa. Può sembrare che alcune volte ti volti le spalle, ma siamo esclusivamente noi a leggere la situazione come catastrofica e immorale”. Ecco dunque tornare il motivo della responsabilità individuale e del pàthei màthos, dell’apprendimento dal dolore passato. Ne emerge una visione dell’amore quasi ciclica, sebbene, a dispetto di quanto potrebbe far pensare l’impianto classificatorio del testo, non rigidamente schematica.

È pur vero, tuttavia, che l’andamento eccessivamente semplicistico del volumetto, forse dovuto a una certa propensione “grafica” alla spiegazione dei concetti (esattamente quella che domina ogni sessione di coaching che si rispetti), arrivi a penalizzarne quasi del tutto la discorsività, l’armonia della forma e la coerenza interna; aspetti su cui è invece inevitabile puntare per la stesura di un testo scritto, soprattutto se gli si vuole attribuire un certo valore poetico. Fiduciosi che, però, l’autore arrivi a potenziare queste sue capacità artistiche – con la parola motivante è già a un ottimo punto, invece! – , auguriamo a Orator18 di proseguire nella sua professione e di continuare a pubblicare, mantenendo sempre intatto il suo ottimismo e la sua capacità di vedere il mondo dei sentimenti con gli occhi di un bambino saggio.

 

Alessia Santelia

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La Redazione

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