Primo PianoSociale

BoycottMulan: la democrazia a misura di hashtag

Il live-action Disney di Mulan è disponibile dal 4 settembre sulla piattaforma Disney+, ma c’è un ottimo motivo per cui non dovreste vederlo.

Il movimento #BoycottMulan sta spopolando sul web, un hashtag partito qualche settimana fa da Hong Kong.

Ma perché dovremmo rinunciare alla visione di un film che è stato protagonista indiscusso della nostra infanzia?

Ce lo dicono gli studenti, i cittadini di Hong Kong, che da un anno protestano contro il governo cinese per mantenere intatti i principi fondamentali della democrazia.

Dall’inizio della ribellione qualcosa è cambiato, in negativo: arresti arbitrari e aggressioni da parte delle forze dell’ordine. Ultimamente sono stati arrestati Jimmy Lai, proprietario di uno dei giornali più letti di Hong Kong e Agnes Chow, una ragazza di 23 anni, leader delle proteste.

La Cina sta privando questi cittadini della libertà di stampa e di espressione in nome di leggi sulla sicurezza nazionale, che come obiettivo ha solo quello di minare l’indipendenza di Hong Kong e indebolirne gli attivisti.

In questo clima, Liu Yifei, la protagonista del film Mulan, in un tweet ha scritto in cinese: “Appoggio la polizia di Hong Kong; ora potete picchiarmi. Che vergogna per Hong Kong.”

In risposta a queste dichiarazioni a favore del governo Cinese, Joshua Wong, uno dei fondatori del movimento democratico e molti altri attivisti, hanno lanciato l’hashtag #BoycottMulan.

Nel giro di qualche giorno è diventato virale, e ora in tutto il mondo la richiesta che si lancia sui social è una sola: non vedere Mulan.

Proprio perché siamo affezionati a quel film del 1998, proprio perché da bambini l’abbiamo visto centinaia di volte e ci siamo emozionati, proprio per questo dovremmo conoscerne il messaggio perfettamente. La lotta per la libertà.

Mulan combatte per la Cina, affinché non sia soggiogata dagli unni.

La Mulan del 2020 avrebbe lottato insieme ad Agnes, Joshua, avrebbe difeso la libertà di stampa con Jimmy Lai, non si sarebbe mai schierata a favore di una polizia corrotta e violenta, che aggredisce cittadini indifesi.

Liu Yifei non è degna di questo ruolo iconico.

Il live action di Mulan è un simbolo, e le ribellioni hanno bisogno di simboli, perché sono questi elementi condivisi ad unire popoli, a lanciare un messaggio chiaro ed efficace.

Quindi da Hong Kong a New York, fino a Napoli, #BoycottMulan è il nostro simbolo e l’occasione per schierarci finalmente a favore di ciò che consideriamo giusto.

 

Angela Guardascione

 

 

Leggi anche Respirare in Cina: ora si può! (forse)

La Redazione

Ciao! Sono la Redazione de La Testata – Testa l’informazione. Quando non sono impegnata a correggere e pubblicare articoli mi piace giocare a freccette con gli amici.
Back to top button