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Il ritorno alla “normalità”

Come sarà la nostra vita dopo il Covid? È forse la domanda più gettonata degli ultimi tempi, ma anche la stessa alla quale non sappiamo dare una risposta.

E se durante la fase 1 ci siamo sentiti più uniti che mai, in questa fase 2 sembra che la situazione sia cambiata. 

Nel periodo del lockdown abbiamo dovuto fare i conti con una realtà diversa, un isolamento forzato. Niente contatti esterni, passeggiate, uscite con amici, insomma la nostra vita è cambiata nel giro di pochi giorni. 

Nonostante tutto questo, ci siamo sentiti più vicini con striscioni, concerti dal balcone e tanti messaggi di speranza solo per accorciare quella distanza che il Covid ci ha imposto.  

(clicca qui per leggere l’articolo)

Anche la solidarietà non è mancata.

I volontari e le associazioni sono sempre state in prima linea per aiutare le persone in difficoltà grazie a meravigliose iniziative, come il cesto nei quartieri di Napoli oppure la “spesa sospesa”. (Clicca qui per leggere l’articolo)

La valorizzazione della vita è stata una scoperta fondamentale.

Prendersi tempo per sé, iniziare a fare qualcosa di nuovo che magari prima non avremmo mai fatto, ritrovare la propria famiglia.

Semplici cose che però facevamo fatica anche solo a pensare. (Clicca qui per leggere l’articolo )

Ecco la fase 2!

Finalmente un po’ più di libertà. 

Le restrizioni si allentano, possiamo allontanarci da casa, passeggiare e vedere qualche amico.

Insomma, quasi la “normalità” con i suoi pregi, ma anche con i difetti che fino a poco tempo prima erano nascosti.

Ebbene sì, anche qui vediamo l’altro lato della medaglia, quello un po’ più amaro.

La vicenda di Silvia Romano è l’esempio più evidente. 

Una ragazza tornata in Italia dopo 18 mesi di prigionia e subito diventata bersaglio di insulti e minacce. (Clicc qui per leggere l’articolo)

Anche l’inquinamento, che nelle settimane di chiusura era quasi dimezzato rendendo l’aria più respirabile e mari limpidi, ritorna pian piano a salire. 

Prima il Sarno, poi altri fiumi e laghi si sono tinti di colori scuri ed odori irrespirabili.

Per ultimo, l’intolleranza verso gli altri, sempre presente nella nostra realtà, con il coronavirus sembra essersi accentuata, facendo più danni della malattia stessa. 

Se nella fase 1 il capro espiatorio erano alcune etnie, adesso, con il distanziamento forzato, siamo insofferenti anche verso il nostro vicino di casa.

Probabilmente tutto questo vi sembra scoraggiante vero?

Ma non c’è da disperare.

Questo momento così difficile ci ha insegnato tanto e ha risvegliato sentimenti di unità e solidarietà che probabilmente avevamo messo da parte.

E anche se le cose sembrano lentamente tornare come prima, concludo con una speranza. 

Mi auguro e vi auguro di avere memoria degli avvenimenti, di essere più solidali ed attivi per far sì che tutte le cose positive diventino routine.

Cerchiamo di portare avanti un mondo migliore! 

Martina Maiorano

La Redazione

Ciao! Sono la Redazione de La Testata – Testa l’informazione. Quando non sono impegnata a correggere e pubblicare articoli mi piace giocare a freccette con gli amici.

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