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Trentanove anni senza sogni d’anarchia, quanto manca Rino Gaetano

Il 2 giugno 1981 moriva una delle voci più originali della musica italiana degli anni settanta. Un cantante estroso che in anni difficili ha conquistato i giovani con i suoi testi eccentrici e surreali. 

Era un anticonformista Rino, distante dal modo di concepire il cantautorato di quegli anni. Con una personalità in netto contrasto con l’ambiente musicale dell’epoca,  riluttante a dare spazio a personaggi difficili da collocare. E forse anche per questo è stato troppo spesso frainteso durante la propria carriera, sottovalutato da critica e grande pubblico che definiva “scanzonata” la sua musica. 

Ma Rino Gaetano è stato molto altro: le sue canzoni hanno raccontato l’Italia degli anni Settanta, per troppi aspetti attuale. Un’Italia corrotta, piena di pregiudizi e contraddizioni. E lo ha fatto a modo suo: con acume e irriverenza. 

«Chi ha crisi interiori, chi scava nei cuori

Chi legge la mano, chi regna sovrano

Chi suda, chi lotta, chi mangia una volta».

È il 1978. Sono mesi di grande tensione: gli omicidi di Aldo Moro e Peppino Impastato del 9 maggio, ultimi residui della contestazione studentesca-operaia. E mentre alla radio ancora impazza Gianna, presentata a Sanremo pochi mesi prima,  Rino presenta Nuntereggae più: un lungo elenco di problematiche e personaggi che animano la scena italiana.

Ed è forse questa canzone, insieme ad Aida, il suo più grande lascito. Canzoni che rimangono indelebili nel tempo. 

È stato uno squarcio nel panorama musicale italiano.  

«Penso che niente esprima meglio di un cane il concetto di emarginato, di escluso. Cioè, il cane è la solitudine per eccellenza. Il discorso è in fondo sui poveri cani che siamo tutti quanti noi, abbastanza avulsi dall’incontro umano e abbastanza soli. Siamo abbastanza messi da parte, l’uno con l’altro». 

Oggi ricordare il Rino Gaetano dissacrante e ironico è l’impegno delle nuove generazioni. Nessuno lo metterà da parte. Perché Rino non sarà mai più figlio unico.

Illustrazione e didascalia di Simone Passaro

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Simone Paesano

Ciao! Mi chiamo Simone Paesano, vivo a Napoli, mi piace disegnare, la pallacanestro e la birra! Adoro raccontare tramite disegni, infatti è per questo che da “grande” voglio fare il fumettista che, sentite bene, è un lavoro vero. La cosa che più mi piace del disegno è dare un corpo fisico alle proprie fantasie: immaginate un geco che fa surf...

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