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Tampon tax? No grazie, parto per la Scozia e mi porto il mio ciclo mestruale!

Se sapessi calcolare i soldi spesi in dieci anni per acquistare assorbenti e tamponi, sareste sicuramente dalla parte di quelli che “purtroppo, ti tocca”. In realtà non mi tocca proprio per niente! Non ho mai fatto all in al videopoker e il ciclo mestruale non l’ho vinto a una slot machine, per cui cari amici, se rifiuto le vostre uscite è perché le mie tasche cominciano a sventolare bandiera bianca.

Quante di noi hanno sperato che ogni mese fosse meno doloroso? O che nel mobile in alto a sinistra, quello accanto allo specchio dell’armadio dove accumuli solo cose inutili, ci fossero ancora degli assorbenti superstiti del mese precedente? O che tua sorella te ne abbia lasciato qualcuno, così, giusto perché anche tu una volta al mese diventi la Maleficent della casa. Ma niente di tutto questo è mai accaduto, mie povere amiche.

Purtroppo la questione è economica e qui in Italia è piuttosto assurda, tanto che siamo costrette a pagare una tampon tax cioè l’iva applicata su assorbenti, tamponi e coppette – pari al 22%, la più alta dell’intero globo.

Solamente l’iva degli assorbenti biodegradabili e compostabili è stata abbassata al 5%, una scelta più dettata da valutazioni ambientali e di sostenibilità che diretta a eliminare una disparità di genere. Oggi nel nostro paese i prodotti igienici femminili non sono considerati beni di prima necessità, ma beni di lusso, tant’è che un pacco di assorbenti risulta essere tassato come un tablet, un capo d’abbigliamento o addirittura un tartufo.

Prodotti che sono necessari e che una donna arriva a consumare per circa 14mila volte in quarant’anni di ciclo mestruale, non possono non essere presi di mira da associazioni e movimenti femministi. Infatti, fortunatamente, grazie a queste ondate di rivolta, molti governi si stanno muovendo per ridurre o anche cancellare la tampon tax con lo scopo di spazzar via quella definita una discriminazione fiscale di genere.

Per esempio il Canada, ha abolito la tassazione nel 2015, seguito dagli Stati Uniti nel 2016. Il Kenya è stato uno dei primi a darsi una mossa nel 2004 e l’India da una tassazione del 12% è riuscita ad eliminarla finalmente nel 2018. La Germania dal 1 gennaio 2020 ha abbassato l’imposta sui prodotti igienici femminili dal 19 al 7%. La Spagna ha promesso di abbassarla dal 10 al 4%, dopo che nel 2017 la regione autonoma delle Canarie ne aveva già introdotto l’abolizione. Dallo scorso maggio il Lussemburgo è passato dal 17 al 3%.

Ma se c’è una qualcuno che ha ben deciso di mescolare le carte e puntare tutto sul away for free, quello è la Scozia!

La Scozia già nel 2018 è diventata il primo paese a fornire gratuitamente assorbenti e tampax nelle scuole, nei college e nelle università così da diminuire la period poverty e cioè la mancata possibilità economica di acquistare prodotti necessari al ciclo mestruale che spesso compromette la frequenza scolastica – molte ragazze preferiscono restare a casa durante il periodo rosso per evitare disagi ed eventuali inconvenienti (capiamoci!).

Ad oggi, finalmente, il Parlamento della Scozia ha approvato una legge, il Period Products Scotland Bill, che renderà gratuiti gli assorbenti per tutte le donne. La legge è passata con un esito di 112 parlamentari favorevoli, nessuno contrario e solo uno astenuto e se verrà nuovamente approvata, come è quasi certo, la Scozia diventerà il primo – e speriamo che non sia l’unico – paese a cui noi donne dovremmo dire e urlare: GRAZIE!

Bisognerà decidere poi in che modo verranno smistati, probabilmente grazie all’aiuto di un semplice voucher che potrà essere presentato in farmacia, luoghi di aggregazioni e centri giovanili oppure potrebbe esserci la possibilità di riceverli a domicilio rispettando anche un certo grado di privacy, ma qualsiasi piano dovrà comunque entrare in vigore entro un anno dall’approvazione definitiva della legge.

E se l’Italia non è un paese per donne, per fortuna c’è la Scozia che ci ricorda che il “nostro periodo” non è un lusso che abbiamo scelto e che nessun ciclo mestruale vale quanto un tartufo!

Se ti interessa l’argomento, dai un’occhiata qui: Menstraul art: pochi e giusti motivi per non smettere di sanguinare

Serena Palmese

Serena Palmese

Mi piacciono le persone, ma proprio tutte. Anche quelle cattive, anche quelle che non condividono le patatine. Cammino, cammino tanto, e osservo, osservo molto di più. Il mio nome è Serena, ho 24 anni e ho studiato all’Accademia di belle Arti di Napoli. Beati voi che sapete sempre chi siete. Beati voi che sapete sempre chi siete.
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