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Un Natale lungo un mese? In Spagna si può!

Ah, che bello il periodo natalizio… vacanze, regali, addobbi, cibo!

Chi può non amare tutto ciò?

Le feste di Natale sono sempre le favorite e più attese per gli italiani, per ovvie ragioni: abbiamo molte tradizioni che rendono il tutto un po’ magico, le lucine, i regali, Babbo Natale, ma anche il solo pensiero di riunirsi in famiglia ed essere avvolti da quel caloroso affetto, ci fa desiderare con fermento l’arrivo delle feste.

Ma solo per noi italiani è così? La risposta è no! Infatti vi parlerò di un popolo famoso per essere riconosciuto come il più festaiolo: gli spagnoli.

Come di consueto, da noi attività come la preparazione dell’albero di Natale, del presepe e l’addobbo della casa si svolgono l’8 dicembre, il giorno dell’Immacolata; anche per gli spagnoli è così nonostante lo spirito natalizio inizi già a diffondersi a novembre, grazie alle numerose luci e decorazioni che animano le città spagnole, e la prima vera festa che spiana la strada a tutte le altre è il 6 dicembre, el día de la Costitución.

Una famosissima tradizione che in Italia non abbiamo è quella della Lotería de Navidad, che si svolge il giorno 22. La mattina presto ogni spagnolo che ha comprato un biglietto sarà sull’attenti guardando la tv o ascoltando le stazioni radiofoniche che annunceranno il numero vincente. Questo viene chiamato el gordo, ovvero “il grasso”, in quanto porterà grassi guadagni al fortunato vincitore. Una strana usanza ma molto diffusa nel paese, tanto che in questo periodo le vendite dei biglietti schizzano alle stelle.

Come per tutti il 24 è la vigilia, chiamata Noche buena (notte buona) perché ci si riunisce in famiglia, solitamente ospitati dai nonni o dai membri più anziani, per mangiare e godere di abbondanti piatti tipici della tradizione spagnola. Deliziose pietanze, dolci e vino saranno serviti in quantità mentre insieme alla famiglia si respira la stupenda atmosfera creata dai villancicos, tradizionali canti natalizi.

La distribuzione dei doni cambia molto a seconda del luogo in cui ci troviamo: Babbo Natale, chiamato Papá Noel, a volte porta i regali la notte della vigilia cosicché si possano già aprire, altre volte il mattino dopo per avere una bella sorpresa al risveglio, altre volte ancora non porta veri e propri regali ma dolci e caramelle, in quanto questi saranno distribuiti poi il 6 gennaio. Addirittura nella regione della Catalogna non esiste Babbo Natale ma el Tío de Nadal (lo zio di Natale), che ha il compito di lasciare doni ai bimbi buoni.

Il 25 è Natale, Navidad, una sorta di continuazione del giorno precedente, ancora una volta ci si riunisce con la famiglia e si continua a banchettare festeggiando tutti insieme, proprio come accade in Italia. In tv si potranno ascoltare i personali auguri letti dal re di Spagna.

Il 26 non c’è nessuna festa, di fatti si torna a lavoro per qualche giorno fino al 28, el día de los santos inocentes (giorno dei santi innocenti), momento in cui bisogna fare attenzione agli scherzi! Mentre noi italiani siamo soliti fare scherzi il 1 di aprile, per gli spagnoli non è così, è questo il giorno dedicato all’allegria e alla leggerezza. Tra las bromas, ovvero gli scherzi, più comuni ci sono quelli che consistono nell’attaccare piccoli omini di carta alle spalle delle persone in strada, bisogna quindi fare molta attenzione se non si vuole passeggiare con un ospite sulla schiena!

Il 31 è l’ultima notte dell’anno, e per questo viene chiamata Noche vieja (notte vecchia). Alcuni la passano con amici e parenti in casa, altri preferiscono scendere in strada o in piazza per festeggiare lì: qualsiasi sia il luogo dei festeggiamenti, per iniziare il nuovo anno con buon auspicio, è d’obbligo mangiare las uvas de la suerte, ovvero l’uva della fortuna. Per entrare nelle grazie della dea bendata noi italiani mangiamo le lenticchie, ma forse questa tradizione è più divertente: bisogna preparare 12 chicchi d’uva e attendere i 12 secondi prima dello scoccare della mezzanotte, las campanadas, poco prima del suo arrivo e molto velocemente, si dovrà mangiare un chicco per ogni secondo cercando di essere più precisi possibile. Se si riesce, buffa usanza assicurerà un anno molto fortunato!

Subito dopo si va a brindare e a ballare fino al mattino seguente, successivamente sfiniti dai festeggiamenti si farà colazione con i tipici churros y chocolate, una pastella spagnola famosissima che si intinge in una tazza di cioccolata calda, e si potrà finalmente riposare.

Le feste si avviano verso la fine, ma sarà una fine col botto: il 5 gennaio è il giorno dedicato a los Reyes Magos ovvero i Re Magi. In tutte le città vengono organizzate vere e proprie sfilate di carri dai quali i re lanciano dolcetti e caramelle ai bambini, in alcuni piccoli paesini del sud lanciano addirittura il famoso jamón, prosciutto spagnolo.

Infine, il 6 gennaio, abbiamo el día de Reyes, sempre dedicato ai Re Magi, che porteranno ai bambini meritevoli doni molto più consistenti di quelli ricevuti a Natale. Una tradizione diffusa in Italia è quella di lasciare una tazza di latte e alcuni biscotti per Babbo Natale, così da dimostrargli la nostra riconoscenza per i regali ricevuti; in Spagna invece si usa lasciare vicino la porta d’ingresso pantofole piene di biada, un ottimo spuntino per gli affamati cammelli dei Re Magi.

Anche se dire addio alle feste rende molto tristi ci si può consolare mangiando un dolcetto chiamato Roscón de Reyes, è molto decorato e ripieno di panna dolcissima ma non solo: se dentro c’è un piccolo regalino si avrà un’ulteriore possibilità di avere fortuna in questo nuovo anno, altrimenti si dovrà anche pagare il proprio spuntino!

Teresa Labriola
Vedi anche: Come è cambiato il Natale nel tempo?

Teresa Labriola

Sono Teresa Labriola, ho 23 anni e studio cinese e spagnolo all’università degli studi di Napoli “L’Orientale”. Le differenti lingue e culture sono sempre state la mia passione, nata proprio alle scuole superiori, dove studiavo inglese, francese e cinese. Oltre a ciò, amo la letteratura, l’arte, viaggiare e scrivere, ecco cosa ci sarà nei miei articoli!
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