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C’è una Tea Hacic-Vlahovic in ognuno di noi, spero

Tea Hacic-Vlahovic è…

È…

In effetti non ho ben capito chi, cosa o che diavolo è.

So solo che una sera le ho chiesto se le andasse di chiacchierare un po’ con me e, improvvisamente, ci siamo ritrovate a mandarci stiker dei suoi cani e dei miei gatti.

Il mio sogno trash, praticamente.

Mai banale, intelligente e divertentissima, Tea mi ha fatto sbellicare dalle risate quando l’ho intervistata, tanto è vero che io e il mio vice art-director abbiamo deciso di innalzarle un altare celebrativo, lo dipingeremo rosa e ci scriveremo su

PASTA UBRIACA, MOGLIE UBRIACA, VITA DI MERDA!


Ciao Tea, allora, inizia a raccontarmi un po’ di te, chi sei, com’è nato STAI ZITTA! E, soprattutto, raccontami del tuo personaggio più famoso.

“Sono Croata ma da piccola ci siamo trasferiti in North Carolina. Lì ho studiato moda a Appalachian State University, ma non mi piaceva, quindi sono partita per l’Erasmus a Milano. Dovevo starci quattro mesi, ma alla fine ho deciso di rimanerci.

Ho frequentato la NABA senza saper, almeno all’inizio, parlare una parola di italiano e per me era difficile. Facevo tutto per non stare a scuola. In quel periodo avevo due blog, scrivevo per Vice e Wired Italy e lavoravo alle feste.

STAI ZITTA all’ inizio doveva essere un TV show sul Real Time. Lo dovevo girare con un’amica che alla fine mi ha fregato, quindi ho deciso di fare un magazine e l’ho chiamato: STAI ZITTA.

Per un paio di anni funzionava come un online magazine classico, però mi sono resa conto che i social sono più efficaci soprattutto per fare video. Tra questi video c’è anche “la donna slava stereotipata”. In America questo stereotipo non è forte, in Italia sì, quindi mi faceva ridere giocare su delle cose che in certi casi sono vere. E poi ho già questo accento!

Mio marito mi dice che quel personaggio sarei io se fossi sposata con un uomo che non mi piace. Ha ragione! Molte donne si sono sentite toccate da quella “donna incinta ubriaca.” Tante mi hanno detto che si sentivano un po’ come lei.

C’è una donna incinta ubriaca in ognuno di noi

Ti guardo nei video, ti parlo ora e ciò che mi incuriosisce di più è sapere se tu sei VERAMENTE così oppure è un personaggio.

“Io sono davvero così, un po’ pazza. Ovviamente ogni personaggio che faccio è portato all’estremo.

Ad esempio, io amo Chaos perché se fossi stata maschio, avrei voluto essere così. Poi a me piace tantissimo lo skateboard, volevo imparare, ma quando ho iniziato, i ragazzi, o mi prendevano in giro o mi volevano scopare, quindi ho smesso. Ora però voglio riprendere perché non mi pare giusto che io debba rinunciare a una cosa divertente perché non sono stata tutelata, purtroppo noi donne anche le cose divertenti dobbiamo guadagnarcele”

La nostra intervista viene interrotta dalla sua cagnetta che a, a quanto pare, cerca di ingravidare un altro cane e il mio trashomentro mi comunica che questa è la serata più bella della mia vita.

Ripresa la conversazione che da seria passa a folle, da folle passa a seria e da seria, ancora, passa a surreale, le chiedo del suo rapporto con l’Italia e dove si trova ora, perché è andata via dall’Italia.

“Ti dicevo che in Italia ci sono capitata per caso, dovevo andare in Erasmus in Inghilterra, ma la meta venne cancellata. Sono venuta qui e secondo me l’Italia è il posto più punk che esiste, c’è un’anima che non ho mai sentito in altri luoghi. Infatti quando mi sono trasferita a New York, credevo di trovare nuove ispirazioni, ma in realtà non è stato così, l’ho ritrovata quando sono ritornata qui. L’unica cosa che con in Italia, con questo mestiere, è più difficile trovare lavoro.

Ora, ad esempio, sono a Los Angeles, ho scritto un libro perché io riesco a scrivere meglio in inglese. Invece ho tenuto il mio lato più simpatico per l’Italia e sono felice di poter coltivare entrambi.

Secondo me la forza dell’Italia è quella del “o fai schifo o fai ridere”. Voi sapete come non essere seri, essendo produttivi. L’ironia, insomma. Prendiamo ad esempio il tormentone Io sono Giorgia. Non sarebbe mai successo in America che una donna che dice cose così cattive diventasse una canzone suonata anche in club gay, l’ironia, la simpatia è il vostro forte e vi amo.

Sono a Los Angeles per il mio libro, è un romanzo estremamente esplicito. Sarà pubblicato in America quest’ estate. Poi cercherò anche per l’Italia, anche per com’è il testo, credo sarà difficile trovare un editore”

E i tuoi video, li realizzi sola o ti aiuta qualcuno?

“I miei video di ora li realizzo con mio marito. Ho fatto altri di STAI ZITTA con directors diversi. Quelli vecchi di YouTube, da sola col mio pc”

I tuoi video sono divertenti, ma contengono anche una buona dose di attivismo, di denuncia, è il motivo per cui ti ho voluta intervistare. Dici tantissime cose vere, ma in un modo divertente, che le persone recepiscono e che porta a pensare. Vorrei mi raccontassi la tua su questo pensiero.

“Quando ero a Milano, mi hanno contattata da Non una di meno per chiedermi un consulto. Loro volevano comunicare meglio con la gente, sentivano di non arrivare, ma le mie proposte eccentriche non erano quello che cercavano, credevano che sarebbe stato troppo, inoltre litigavano tra di loro e questo mi dispiaceva. Vorrei che noi donne fossimo più unite su tutto, soprattutto su questioni così importanti.

Avevo creato FUN, femministe unite nonconformiste, un movimento femminista, ma non è andato avanti, c’era troppa paura di esagerare e litigi anche lì. Per me il femminismo, le riunioni, non devono essere come delle lezioni a scuola, diventa tutto noioso, per me dobbiamo diffondere in modo meno pesante e scolastico”.

Mi sono chiesta se fosse tutto, non è mai tutto con un personaggio/persona così, riassumere una vita in qualche domanda non si può, quello che posso fare, però, è raccontare a voi qualcosa di diverso, un punto di vista che per quanto sia goliardico nel modo di presentarsi, è valido, solido, aperto. Perché in Italia c’è bisogno di apertura, c’è bisogno di più pensieri alla maniera di Tea Hacic.

Benedetta De Nicola

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Benedetta De Nicola

Prof. di lettere, attivista fan Marvel da sempre. Ho fondato La Testata e la curo tuttora come caporedattrice e art-director.
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