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Da chicla a chewing gum: nascita ed evoluzione della gomma da masticare

Amatissime da adulti e bambini, al centro di numerosi dibattiti su salute, psiche e ambiente, i chewing gum fanno parlare di sé da oltre un secolo. Alleviano lo stress e l’alito cattivo, ma procurano anche carie e problemi di reflusso gastrico a chi le mastica senza tregua. Non tutti sanno, però, qual è l’origine di questo prodotto dolciario così fuori dagli schemi.

Più di duemila anni fa già i Greci erano soliti masticare la resina dell’albero del Mastice ed è risaputo che i Maya ruminassero la “chicle”, gomma ricavata dal lattice della Sapodilla, pianta tropicale che cresce nello Yucatan, in Guatemala e in altre regioni dell’America Centrale. Il termine chicle deriva da “tziktli”, dalla lingua Nahuatl traducibile come “cosa appiccicosa” e lo ritroviamo, in una delle sue molteplici evoluzioni linguistiche, nel termine italiano cicca.

Ancora al tempo della scoperta dell’America gli indigeni masticavano linfa di Abete rosso, che i coloni europei impararono presto a riprodurre, sciogliendo resina d’Abete nella cera d’api.

Il primo a vedere del potenziale nelle chicle fu John B. Curtis, che nel 1848 la mise sul mercato chiamandola “State of Maine Pure Spruce Gum”. Lui e suo fratello la fabbricavano in casa, sciogliendo la resina su una stufa e poi tagliandola in piccole porzioni. I Curtis acquistarono estesi appezzamenti di abeti rossi e nel 1850 la “Curtis Chewing-gum Company” divenne una fabbrica con duecento operai, la cui distribuzione si limitava al solo New England.

Il brevetto ufficiale della gomma da masticare fu registrato da William Finley Semple, dentista, che la utilizzò per scopi medici, prescrivendola ai pazienti con problemi di masticazione come una ginnastica mandibolare.
Semple, però, non mise mai in commercio il suo chewing-gum, come fece invece Thomas Adams, un inventore newyorkese che nel 1871 brevettò una macchina in grado di produrne grandi quantità. Nacque così il primo chewing-gum ufficiale, chiamato Black Jack, che aveva la consistenza delle caramelle molli, ma era del tutto privo di sapore.

Quattro anni dopo fu John Colgan, un farmacista del Kentucky, ad avere l’idea di aromatizzare con vari sciroppi il chicle, che raggiunse larga fama soltanto intorno al 1890, grazie alla pubblicità e alla diffusione dei distributori automatici. E le tanto divertenti bolle di gomma? Furono possibili solo dal 1928 grazie a Frank Fleer e a Walter Diemer, che lavorarono per quasi un ventennio sulla giusta formulazione per produrre il “Double Bubble Gum”.

Nonostante l’enorme fama raggiunta in America, la gomma da masticare è rimasta sconosciuta in Europa fino agli anni ’40 del Novecento, quando arrivò insieme ai soldati americani durante la Seconda Guerra Mondiale.

Le gomme da masticare furono infatti introdotte nella Razione K, il pasto militare giornaliero, per aiutare i soldati a tenere pulita la bocca tramite la salivazione e per smorzare la tensione al fronte. Quattro erano i gusti consentiti: menta, pepsina, menta piperita e cannella.

I soldati, spesso, le condividevano con i civili, soprattutto i bambini, messi a dura prova dalla guerra, per aiutarli a placare i morsi della fame e, perché no, per strappar loro un sorriso con le bolle di gomma.

 

Claudia Moschetti

Claudia Moschetti

Claudia Moschetti (Napoli, 1991) è laureata in Filologia Moderna. Ha insegnato italiano a ragazzi stranieri e scritto per un sito universitario. È attualmente recensora presso il blog letterario Il Lettore Medio e redattrice per il magazine La Testata. Dal 2015 al 2021 ha collaborato alla fiera del libro gratuita Ricomincio dai libri, di cui è stata anche organizzatrice.
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