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I grandi gesti d’amore di tre coppie di artisti

L’arte crea e crea pure l’amore.

È forse per questo che quell’arte che ha come punto d’inizio l’amore è la più feconda e spesso la più riuscita dell’intera carriera di un artista. Proprio per questo, mi è difficile dire se sia stata più l’arte a trarre ispirazione dalle grandi storie di passione o viceversa, che sia stata la passione dei più grandi ad ispirarsi al fatto artistico.

Quello che so con tremenda certezza è che ci sono state coppie di artisti che per comunicarsi i propri sentimenti hanno fatto ricorso a tutta l’arte ospitata dentro le loro anime. Come, ad esempio…

Pablo Picasso e Dora Maar

Pablo Picasso fu noto per essere un donnaiolo che passava con gran rapidità da una musa all’altra. Una sapiente mistura di passione, litigi e lente riconciliazioni ha caratterizzato tutte le sue relazioni, compresa quella con la fotografa surrealista Dora Maar. I due si conobbero nel 1936 nel famoso caffè surrealista parigino Les Duex Magots. Lei stava giocando con un coltello, infilandolo ripetutamente negli spazi tra le sue dita guantate e poggiate sul tavolo. Picasso fu istantaneamente intrigato da quel gioco pericoloso e riuscì a farsi lasciare i guanti come se fossero un souvenir di quello strano momento.

Picasso ritrasse Maar diverse volte durante la loro relazione, spesso regalandole le tele come pegno dopo una delle loro intense liti. Uno di questi metaforici rametti d’ulivo prese la forma di un anello: dove normalmente sarebbe stata piazzata una gemma, s’era invece annidato un piccolo ritratto di Dora Maar. E, nonostante la relazione finì nelle fiamme dell’inferno quando Picasso lasciò la donna per la più giovane Françoise Gilot nel 1940, Maar tenne il suo anello fino alla sua morte.

Yayoi Kusama e Joseph Cornell

La relazione tra lo scultore pionieristico Joseph Cornell e l’avanguardia della Pop Art Yayoi Kusama fu largamente platonica, ma non per questo meno importante o meno appassionata di altre. Si conobbero nel 1962, quando uno dei collezionisti amici di Cornell gli suggerì di utilizzare la Kusama come modella dal vivo, e l’innamoramento seguì a ruota. Cornell, vergine a 59 anni, cominciò ad indirizzare all’artista giapponese copiose lettere d’amore e poemi, molti dei quali nella forma dei suoi particolarissimi collage.

Una delle poesie diceva: “Fly back to me / Spring flower / And I shall tie a string to you / Like this butterfly / I taste some of / The drink in your / Glass that you leave / I drink to Yayoi / Now — / I think of my princess.”

Cornell morì nel 1972, lasciando a Kusama migliaia di ritagli di giornale organizzati in piccoli box come se fossero gioielli, e moltissimo materiale per collage che lei avrebbe poi utilizzato nelle opere che avrebbero fatto decollare la sua carriera negli ultimi anni di quel decennio.

Gilbert & George

I destini di Gilbert Prousch e George Passmore, meglio conosciuti semplicemente come il duo artistico inglese Gilbert&George, s’incrociarono per la prima volta da studenti al Central Saint Martins nel 1967, a la loro relazione conobbe una rapida evoluzione romantica e artistica. Prousch dirà poi che quello che successe fu amore a prima vista: “Lo seguivo come un cane”, ammetterà della sua iniziale infatuazione per Passmore. I due sono rimasti inseparabili da allora, traducendo il loro legame e il loro amore nella loro arte.

Nel 1969 i due hanno dato vita alla performance The singing sculptures, nella quale i loro corpi erano parte integrante di una scultura viva, e i loro ritratti (sempre, rigorosamente, insieme) sono stati inseriti in moltissime delle loro produzioni e dei loro provocatori fotomontaggi. Così inseparabili che, alla domanda “Cosa fareste se uno dei due, attraversando la strada, venisse investito?”, posta da un giornalista, prontamente risposero: “Non si preoccupi: la strada l’attraversiamo sempre insieme!”.

Marzia Figliolia

Marzia Figliolia

Ci sono tre categorie di persone che rischiano di finire sotto una macchina ad ogni incrocio: i distratti; quelli che hanno una melodia in testa e la testa tra le nuvole; quelli che pensano a cosa scrivere nella propria bio quando arriveranno a casa. Io appartengo a tutte e tre le categorie.

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