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Spaghetti alla Leone

Chi dice che i registi sono buoni per tutte le stagioni? In questa rubrica mensile delineerò dodici profili per dodici registi, assegnandone tre ad ogni stagione.

Il terzo profilo estivo è quello di Sergio Leone.

«Il cinema deve essere spettacolo: è questo che il pubblico vuole e per me lo spettacolo più bello è quello del mito. Il cinema è mito.»

Sergio Leone

BIO. Nato in una famiglia di professionisti del cinema — i genitori erano importanti esponenti del cinema muto italiano — Sergio Leone si affaccia sul grande schermo nel 1948, quando ottiene un ruolo di comparsa in Ladri di biciclette. I suoi esordi dietro la cinepresa coincidono con il periodo della Hollywood sul Tevere, in cui collabora come aiuto regista o direttore della seconda unità per le produzioni americane che si trovavano a Cinecittà in quegli anni, tra cui quelle di Quo vadis e Ben-Hur. Il suo esordio alla regia, però, avviene con Gli ultimi giorni di Pompei, in cui, dopo aver collaborato alla sceneggiatura, sostituì il regista Mario Bonnard colpito da una malattia che lo costrinse a lasciare il progetto.

STILE. Interessatosi agli inizi della sua carriera al genere peplum — basato su azioni eroiche ed epiche di eroi e soldati greci e romani — con l’avvento degli anni Sessanta, Leone intuì il ritorno delle fortune del genere western che declinò, com’è noto, nella versione italiana dello spaghetti-western, con capostipite Per un pugno di dollari, film che consacrò anche Clint Eastwood. Dal western al gangster movie, gli anni Settanta segnano la definitiva conferma del cineasta ad Hollywood.

IL FILM. Primo film di Leone appartenente al genere dello spaghetti-western, Per un pugno di dollari fu accusato di plagio — e Leone fu condannato a un risarcimento — ai danni di Akira Kurosawa e del suo La sfida dei samurai. Archetipo del genere, il film ha rilanciato la popolarità del western in Italia, con il regista che fu supportato in questa “mission” dal maestro Ennio Morricone, che ha composto alcune delle colonne sonore più epiche della storia del cinema proprio per i film del cineasta. Il protagonista è, neanche a dirlo, Clint Estwood. Leone disse, a proposito dello sceglierlo come protagonista, che in quel momento aveva bisogno di una maschera, più che di un attore, e che Eastwood aveva all’epoca solo due espressioni: con il cappello e senza il cappello. Quell’espressione, però, che farà ricordare, all’uomo col fucile, che non sempre riuscirà ad uccidere quello con la pistola.

Federico Mangione
disegno di Alberto De Vito Piscicelli

La Redazione

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