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Una mamma per amica e altri disturbi ossessivo – compulsivi

Serie di qua, serie di là, falala falala, fa la la laaaaa.

Ormai anziana, mi dirigo sul viale dei ricordi e, stanca, con le giunture delle ginocchia che cigolano, alla veneranda età di ventitré anni, passeggio e accendo Netflix, talvolta Prime Video e, se sono in vena, Tim Vision.

Li accendo e mi chiedo come passerò un’altra notte insonne, d’un tratto: IL GENIO, IL LAMPO, UN BARLUME DI GIOIA.

Rivedere le serie tv che da piccola ti hanno fatta sognare, sperando che anche questa volta continui a provare sentimenti di gioia nel guardare ogni singolo attimo, non ha tempo. Siamo bambini con una palla magica tra le mani e la facciamo roteare in cielo al ritmo di…

If you’re out on the road
Feeling lonely, and so cold
All you have to do is call my name
And I’ll be there on the next train

Ebbene sì, giovani miei, forse voi non la conoscete, ma per una classe ’95 questa canzone è un pezzo di storia, un pilastro e noi, oggi, proporremo ai nostri cari lettori, la visione di Una mamma per amica, serie tv acclamata, con gli occhi di una ventitreenne e non più con quelli di una ragazzina.

TRAMA BREVE: Lorelai e sua figlia Rory sono mamma e figlia, ma sono anche migliori amiche. Lorelai l’ha partorita a sedici anni e, stufa da sempre di vivere sotto i dettami dell’etichetta imposti dai suoi genitori, scappa in una cittadina limitrofa, dove si costruisce una bella vita, con amici, una serie di amori e litigi. Sua figlia, perfetta, impeccabile, è amata da tutti e vive parallelamente alla madre una vita della quale condivide ogni dettaglio con la sua migliore amica, appunto, Lorelai.

Quanto ardore, quanto amore, quanta passione che mi hanno fatto provare le Gilmore Girls, una delle mie primissime crush è stata proprio Jesse Mariano, e voi? Le amavate?

Proviamo a rivederla con gli occhi di oggi.
Pronti?
Perché a me pare palesemente così:

Una mamma giovane e single è afflitta da gravi disturbi ossessivo compulsivi, ha problemi nella gestione della privacy e della rabbia, non sa rispettare gli spazi vitali altrui e pretende di comandare il cervello di tutti gli individui del mondo intestardendosi sul fatto di avere sempre ragione, proietta ogni propria mancanza sulla figlia minorenne, soggiogandola a tal punto da farle credere che il ruolo di “madre” e quello di “amica” possano essere sovrapponibili.

La figlia, ormai completamente assuefatta all’affetto morboso della madre, non può nemmeno chiamare il Telefono Azzurro perché probabilmente sua madre le controlla il cellulare, così si convince che tutto vada bene, frequenta un primo ragazzo con palesi crisi violente, ma sta sempre sull’attenti per paura che sua madre non accetti che una ragazza possa avere voglia di fare sesso. A 16 anni.

16.

Intanto il problema dello “stare sull’attenti” per questa ragazza, Rory per gli amici, Lorelai Gilmore JR per i servizi sociali, diventa serissimo perché sua madre, pur di pensare a lei come figlia perfetta, non si accorge dei gravissimi problemi di scoliosi che ormai stanno portando sua figlia a camminare pressappoco come un tirannosauro.

Intanto i genitori della mamma, Lorelai Gilmore, nonni di Rory, probabilmente non possiedono il porto d’armi perché se lo avessero posseduto sicuramente avrebbero ammazzato prima la loro figlia sgualdrina e poi loro stessi. Al limite dello stress emotivo per questa onta per la quale l’unica figlia che hanno concepito non ha accettato di sposare il padre della bambina alla veneranda età di sedici anni e impietriti, ripeto, per non purezza tradotta in una sorta di prostituzione d’alto borgo della loro figlioletta adorata (manco per il cavolo), i signori Gilmore decidono che la soluzione è apparire come una famiglia felice passando del tempo insieme alle due ragazze Gilmore mangiando e rimproverando cameriere.

Ogni situazione è condita da amori sbagliati e probabilmente da un enorme quantitativo di Negroni sbagliati, da piccoli drammi assolutamente risolvibili con un semplice: – Non ci sopportiamo, non vediamoci mai più – oppure con un – Hey, mamma guarda, un centro per i disturbi ossessivo- compulsivi-.

Insomma, bellissimo, comprai addirittura l’album delle figurine.

Oggi, sul viale dei ricordi non ho potuto fare a meno di intenerirmi riconoscendo tante malattie mentali in un solo telefilm e la mia vita ha preso una piega migliore. La crush per Jesse è rimasta intatta come la scoliosi di Rory (scusa Alexis Bledel, ma la ginnastica correttiva ha aiutato anche me), il mio personaggio preferito è sempre Michel e ho sempre voglia di prendere a sprangante sui denti Dean.

Che bello, sono rimasta bambina.

Benedetta De Nicola

Benedetta De Nicola

Prof. di lettere, attivista fan Marvel da sempre. Ho fondato La Testata e la curo tuttora come caporedattrice e art-director.
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