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E adagio adagio mi sentii malvagio

Interrompiamo il programma per presentarvi Leone il cane fifone, interpretato da: Leone il cane fifone. Abbandonato quando era solo un cucciolo venne adottato da Marilù, che vive nella città di Altrove con il marito Giustino! Ma cose strane succedono ad Altrove e tocca a Leone proteggere la sua nuova famiglia.

Stupido cane mi fai sembrare un mostro!

Spengo la radio, questa sigla ha occupato i miei pensieri ma per fortuna sono arrivata.

Questo è un viaggio mentale, infantile, alla scoperta di un senso primordiale di spavento di fronte a qualcosa di incomprensibile e “maaalvagioo”.

Mi trovo in un’enorme struttura nel bel mezzo del nulla, come il Black Museum della nota serie distopica, ma qui siamo nella fittizia città di Nowhere, in qualche punto imprecisato sulla cartina del Kansas, nel mio cervello.


Non si tratta di un museo ordinario. Ci sono teche di vetro che contengono ibridi di realtà e finzione. Figure animate che hanno assunto carne e ossa ora sono conservate qui, immerse in un liquido verde che ne mantiene le regole corporee. Ma chi sono?

Semplice!

Si tratta di coloro che hanno turbato la mia fanciullezza brevemente integra, che hanno inaugurato l’immortale stagione creepy, freak e horror della mia esistenza.

Sono i nemici di Leone il cane fifone, ma è anche l’ambientazione, quel nulla in cui è dipinta la fragile fattoria di quei due fattori strattonati da eventi soprannaturali, Giustino e Marilù, i quali appaiono in un quadro che li ritrae nelle pose dei protagonisti di quello famoso American gothic.
È l’orrore del deserto americano che incuba la pazzia più feroce. E io lo sto conoscendo grazie a Cartoon Network.


Eccolo, lì c’è Jean Bon, il maiale della puntata  Heads of beef. Ha lasciato intendere di essere un cuoco cannibale ma in realtà sua moglie si divertiva a creare sculture dalle sembianze umane con la carne.

Qui c’è scritto che il suo personaggio è ispirato a Joe Metheny, un serial killer statunitense che si divertiva a servire hamburger di carne umana. Questa puntata mi ha sempre messo fame.


C’è Gatti, il felino psicopatico con gli occhi scavati e gialli da bile. Compare in alcuni episodi come proprietario di luoghi che nascondono diabolici segreti. La sua indifferenza e la sua freddezza sadica lo rendono un caso da studiare. Il titolo della puntata  Klub Katz, mi ricorda il KuKluxKlan senza una “k”. Odia gli umani, tutti, e i cani.


Ulabadù e dove stai tu scampi giganti e timbuctù!

Più o meno recitava questo Leone per liberare Marilù dal demone del materasso, no? Nessuno prima ha pensato ai materassi come oggetti oscuri e catalizzatori, eppure se ci riflettiamo, a parte quelli accarezzati in tv, molti vantano parecchi omicidi operati su di essi ma anche e soprattutto stralci di vita, umori e passioni filtrati dai loro tessuti.

Il fantasma del plenilunio, una di quelle apparizioni segnanti che ci ha fatto fermare il cuore. L’inquietantissima testa lunare in bianco e nero, sospesa in aria, ha accusato Giustino e Marilù di non essere buoni contadini perché la loro fattoria è effettivamente una distesa cimiteriale di terreno e sabbia, dove le piante non crescono nemmeno per sbaglio. Paradossalmente solo alla fine grazie ad una goccia del sudore di Giustino, Leone riesce a far riprendere una misera piantina.

Ciò significa che il presunto fattore non si è mai impegnato abbastanza. Ma da dove esce la proiezione di quella testa che un po’ ricorda la Luna di Le Voyage dans la lune? Durante il plenilunio il nostro satellite, di cui siamo abituati a vedere sempre la stessa faccia,  influenza molti sistemi tra cui quello agricolo per quanto riguarda semina e raccolto, quindi si è sentito in dovere di proiettarsi sulla terra per imporre la propria influenza vitale in una distesa di morte apparente, ad Altrove.

Sento una musichetta apparentemente felice che al suono di “la la la la la” nasconde sotto le note la follia di chi è appena scappato dal manicomio. E lui, è Fred Lo Strambo.

Uno dei personaggi più iconici di questa serie, colui che ci ha introdotti nella sua ossessione compulsiva, la rasatura di qualsiasi pelo. Che sia formato sul calco della pazzia di Sweeney Todd, su quello dentale di Gwynplaine, o sulla storia che circola in America secondo cui esiste un tizio biondo e strambo con un sorriso a trentadue denti sempre impresso in volto che si diverte a sterminare famiglie lasciando in vita solo il figlio maschio, non lo sappiamo.

Ciò che possiamo percepire della sua presenza, sono i nostri peli irti ogni volta che la sua fuga dal manicomio è accompagnata dalle rime e dalla melodia. Questi dannati peli che lui non vede l’ora di rasarci.


Gli incontri paranormali di Leone qui ci sono tutti: dal fantasma del faraone Ramsete a quello di Velvet Vic. Dalla regina della pozzanghera, una specie di vedova nera a Benton Tarantella, noto regista hollywoodiano del mondo dei morti.

Ora sento di dover andare, c’è qualcosa di strano. Non mi muovo perché lo voglio, lo faccio perché qualcun altro sta giocando con dei fili. Si tratta del coccodrillo Fusilli, delle sue marionette dagli occhi vuoti e dei suoi spettacoli surreali per un pubblico inesistente.

Secondo una teoria, questa puntata che vede alla fine Marilù e Giustino ancora trasformati in pezzi di legno mossi da Leone, indica la conclusione della prima stagione ma anche della vita dei due, a cui segue poi un grande sogno del cane che immaginerebbe le avventure successive che in effetti risultano sempre più surreali e metafisiche.

Io non lo so, posso solo dirvi di prendere parte al magico spettacolo del grande Fusilli, di sedervi e sparire risucchiati dal suo meccanismo, da questa grande illusione. In fondo Leone ci ha insegnato ad essere coraggiosi nonostante le urla e l’orrore.

Maria Cristiana Grimaldi

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Mariacristiana Grimaldi

Maria Cristiana Grimaldi, classe ‘92, laureata in Filologia Moderna presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, scrive per “La Testata” e il collettivo letterario “Gruppo 9”. Docente di italiano e storia, è stata rapita dagli alieni e ha dato alla luce due gemelli eterozigoti, un maschio e una femmina, che presto domineranno il mondo.
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