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“Il deserto dei Tartari”, un libro su cui non si dovrebbe dire nulla

di Raffaele Iorio

Il deserto dei Tartari è considerato il capolavoro di Buzzati. Dal momento che è un libro assolutamente da leggere ho preparato pochi consigli per evitare di farvi rovinare la lettura.

Scrivere un articolo su Il deserto dei Tartari è abbastanza semplice, non è necessario sforzarsi per spiegarne la trama. Secondo i più, il bello sta tutto nella filosofia che ha consacrato Dino Buzzati tra i migliori scrittori del Novecento italiano e dal momento che non esiste miglior modo per conoscere questa filosofia se non dalle parole del suo autore, il mio intervento si riduce a pochi semplici consigli per evitare, quanto più possibile, di farvi rovinare la lettura. È stato semplice no?

Nessun consiglio è banale, anche perché dalla vita puoi aspettarti di tutto. Basta, per esempio, che il riassunto della trama sulla quarta di copertina ti riveli troppo e il gioco è fatto. Si potrebbe obiettare: come è possibile? Nessuno è così stupido da rivelare troppo di un libro che vuole vendere.

Be’ non è così semplice.

Spesso si tende a sottovalutare la trama e dare troppa importanza alla suddetta filosofia dimenticando che l’intreccio è stato costruito per uno scopo ben preciso, rivelarlo semplicemente smaschera gli intenti dell’autore. Dire “non succede nulla per gran parte del libro” per esempio è uno spoiler bello grosso. Bisognerebbe lasciare la parte adibita alla sinossi vuota.

Ma dal momento che tutto ciò non è possibile bisognerà pur riempirla. Così si dirà: “[…] La Fortezza Bastiani, affacciata su un deserto che secondo una leggenda era stato un tempo sede delle scorrerie delle orde dei Tartari, accoglie il tenente di prima nomina Giovanni Drogo come un incubo concentrazionario accoglie chi lo sogna […]”.

La domanda narrativa è: arriveranno alla fine questi Tartari?

Be’ fermatevi qui, poiché gli eventi sono relativamente pochi, basta un nulla per sapere più del dovuto.

Primo consiglio dunque, non curiosate troppo.

Il deserto dei Tartari è un libro che non si può leggere di fretta, anche se il periodare è abbastanza semplice, tipico di chi è abituato a scrivere articoli di giornale chiari, le scene sono lente e ricche di riflessioni e pensieri interessanti. Potrebbe risultare un po’ indigesto.  Se sei un lettore frettoloso o poco dedito alla meditazione il mio secondo consiglio è: non acquistarlo.

Parlare de Il deserto dei Tartari alla fine non è semplice, non ho detto quasi nulla e ho detto fin troppo. Il terzo e ultimo consiglio che vi do, seguite le premesse, è di leggerlo. Di più non devo fare.

Per i più interessati, cliccando qui (https://www.instagram.com/raffaelei/), scorrendo la home e trovando la copertina, ho selezionato l’incipit del romanzo, così da farvi fare un’idea.

L’augurio è sempre quello: buona lettura.

La Redazione

Ciao! Sono la Redazione de La Testata – Testa l’informazione. Quando non sono impegnata a correggere e pubblicare articoli mi piace giocare a freccette con gli amici.
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