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“Ma che è ‘sta cafonata?”

di Rossana Iannotta

Paganini non ripete, ma Bella Hadid a quanto pare sì. Un altro modo di dire che viene in mente è “squadra vincente non si cambia”, e infatti la minore delle sorelle Hadid sceglie di nuovo Alexander Vauthier per fare la sua apparizione sul red carpet del festival di Cannes.

Se però nel 2016, nonostante l’abito lasciasse ben poco (veramente ben poco) all’immaginazione, non era per nulla volgare (come quelli di certe showgirl italiane di cui non farò il nome), quest’anno, invece, la top ha cannato in pieno: l’abito, all’apparenza più sobrio, probabilmente grazie alla scelta di un color rosa cipria contro il rosso acceso dell’anno prima, riportava lo stesso identico spacco. Con la differenza che lasciava intravedere quella sottospecie di perizoma con la calamita (anch’esso indossato da certe showgirl italiane di cui, di nuovo, non farò il nome).

Il sostantivo che io userei per definirlo è “abominio”. E un abominio non andrebbe mai mostrato in pubblico, soprattutto su un red carpet, e men che meno se l’abito è “custom Made”, su misura. Inoltre, presumibilmente l’abito presentava difetti anche all’altezza del seno, visto che la Hadid è stata vista aggiustarsi la scollatura innumerevoli volte.

No, no, così non va.

Lungi da me fare la morale a qualcuno, però Bella, se una cosa devi farla falla per bene. Come l’anno scorso, che eri la più figa di tutte. Perché diciamocelo, certi abiti se non puoi permetterteli tu non può nessuno, e allora tanti complimenti (e un pizzico d’invidia).

Nel 2016 è stata sollevata una polemica, a parer mio, tanto inutile quanto sterile su un capo realizzato ad arte, super sexy ma per nulla volgare e indossato da uno schianto di ragazza. E ripeto, tanto più che siamo nel mondo dello show business, why not?

Nel 2017 invece, Bella Hadid sembrava una cafona qualunque con quelle mutande di fuori, e nessuno ha proferito parola perché l’abito era “elegante e raffinato”. Ed effettivamente lo era, corredato da un taglio di capelli e accessori da diva anni ‘50, ma non si può passare sopra i difetti che ho evidenziato prima.

Ci hai provato Bella, ad alzare lo stesso polverone dell’anno precedente, perché “nel bene e nel male, purché se ne parli”, però hai fallito di brutto. Perché non c’è nulla di male nel mostrare centimetri su centimetri di pelle, ma nel mostrare le mutande e un abito couture che fa difetto . Anche se ai più ciò non è importato, perché è bastata l’aria da brava ragazza (accompagnata dal padre per di più) e l’allure alla Marilyn Monroe a non suscitare scandalo.

In barba ai moralismi, è sbagliato il concetto di base seguito sia dalla modella che dalla stampa e dal pubblico che la nudità, anche solo parziale, sia necessariamente collegata al sesso e quindi al voler provocare. L’unica cosa da condannare, quando ci si veste, è la sciatteria.

La Redazione

Ciao! Sono la Redazione de La Testata – Testa l’informazione. Quando non sono impegnata a correggere e pubblicare articoli mi piace giocare a freccette con gli amici.
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