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Soledad en lienzo

di Ilaria Aversa

Oggi come allora: Guernica come esempio di ciò che potrebbe essere il nostro prossimo futuro.

La storia, si sa, è fatta di corsi e ricorsi. Analizziamo ogni singolo fatto avvenuto in passato per migliorarci ogni giorno e non commettere gli stessi errori dei nostri predecessori.
E allora come è possibile che eventi tragici e disastrosi come le guerre e tutto ciò che ne consegue possano replicarsi in egual modo, seppur con dinamiche diverse? Come si può tralasciare quanto dolore sia stato provocato anni prima?

Un esempio lampante può essere la passata minaccia di bombardamenti fra USA e Corea del Nord, che avrebbe potuto portare, analogicamente parlando, ad una situazione simile alla distruzione della città di Guernica, avvenuta a opera dei seguaci di Francisco Franco il 26 aprile 1937.
L’azione terroristica fu rappresentata in maniera struggente dal celeberrimo Pablo Picasso in occasione dell’Esposizione Internazionale di Parigi di quello stesso anno.
L’opera, di stampo cubista, è un’accozzaglia di personaggi che si inseguono, si disperano e affrontano ciò che il bombardamento ha causato. I colori vengono totalmente abbandonati, lasciando posto alle più malinconiche sfumature del grigio.
A destra, da un edificio in fiamme, una donna chiede aiuto agitando le mani verso il cielo. Parallelamente, nell’estrema sinistra, una madre stringe disperata il cadavere del figlio, ruotando il viso al cielo in un urlo straziante, mentre accanto aleggia la figura del toro, simbolo della Spagna e della violenza.
Al centro dell’opera spicca un cavallo simile ad un asino, a rappresentare il popolo spagnolo devastato dagli eventi. Queste tre figure – madre con bambino, toro e cavallo – potrebbero alludere a una natività snaturata e profondamente colpita dal dolore.
In basso a sinistra troviamo una mano protesa, con la linea della vita simbolicamente spezzata in vari segmenti, mentre, in alto, una lampadina accesa irradia con la sua luce un’altra mano posizionata nella parte centrale bassa del dipinto, che serra una spada spezzata dalla quale sembra nascere un fiore, allusione ad un barlume di speranza.

Nella sua complessità allegorica, la tela ci regala sensazioni forti di commozione e dispiacere. Le figure delle donne in fuga e delle macerie dei resti umani rendono il tutto ancora più crudo e cruento, portandoci alla realtà dei fatti, ovvero alla consapevolezza che quell’episodio è realmente accaduto, e potrebbe ripetersi ancora.

Se la stupidità degli uomini di potere continuerà a persistere, la tragica scena del quadro che ora ci pare tanto lontana quanto fantasiosa non sarà poi così distante da noi.

La Redazione

Ciao! Sono la Redazione de La Testata – Testa l’informazione. Quando non sono impegnata a correggere e pubblicare articoli mi piace giocare a freccette con gli amici.
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